28 Ottobre 2019

Ivana Spagna e il suo nuovo album 1954

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Ivana Spagna
Ivana Spagna

E’ come un colpo al cuore l’ascolto di 1954, il nuovo album di Ivana Spagna: la sua voce inconfondibile ti trascina negli spazi più intimi della vita, tra amore, sogni, esistenza e spensieratezza. E’ variegato, piacevolmente contaminato dalla firma di importanti autori come Luca Chiaravalli (collaboratore di Nek e Francesco Gabbani), presenta una Spagna inedita che affronta con personalità anche il raggaeton e lo fa con Ja Santos, ripropone le ballate anni ’90 di quella Ivana che inaspettatamente stregò il cuore di tutti da quel Sanremo ’95 in poi. 1954 è un album vissuto con intensità, curato nei dettagli, voluto e sudato, con quella pazienza e quell’onestà artistica che solo una cantante con alle spalle una carriera senza paragoni è capace di fare. 

Dopo 10 anni di silenzio discografico in lingua italiana, lo scorso 23 ottobre alla Sound Factory di Milano (proprietario un certo Joe T Vannelli, non so se mi spiego) Ivana ha presentato in anteprima stampa questo nuovo album, un disco all’insegna del coraggio e dell’amore per la musica e più in generale per la vita: bellissima, piena di energia, emozionatissima e con la semplicità che solo una grande artista può permettersi, la regina della dance ha raccontato la genesi di questo lavoro, parlando della maturità con orgoglio e positività, dichiarando apertamente se stessa con le paure, il coraggio e la grandissima determinazione, quelle stesse caratteristiche che le consentirono di imporsi sul mercato internazionale in barba a tutti, facendola diventare l’erede di Madonna con le produzioni negli States di inizio anni ’90, trasformandola in una hit maker in italiano e rendendola a distanza di anni un’artista senza tempo. 

1954, il nuovo album di Ivana Spagna
1954, il nuovo album di Ivana Spagna

Ivana, emozionatissima e raggiante: benvenuto 1954!

Evviva!!! Che follia! Una lucida follia, direi! Erano 10 anni che non facevo più un disco in italiano e finalmente ho sentito il bisogno di tornare in sala d’incisione e mettere in moto la macchina. Non ho una major dietro, quindi lo sforzo è stato enorme, soprattutto oggi, un’epoca dove sappiamo che le vendite di dischi languono un po’ per tutti. Volevo però assecondare questo mio bisogno: è un regalo per tutti coloro che mi seguono con affetto, per i miei genitori, angeli protettori da sempre, per mio fratello Theo, mio braccio destro, per il mio manager Ugo Cerruti che si è sbattuto tantissimo per aiutarmi in questo lavoro, per tutti. Io sono fatta così: se mi metto in testa una cosa devo farla ,costi quel che costi. Pensa mi trovavo in Finlandia a festeggiare il mio compleanno: era alla fine degli anni ’80 e mi stavo vivendo un periodo difficile della mia vita privata oltre ad essere ad un bivio importante dopo i grandi successi nella dance. Durante il brindisi dichiarai che da li ai prossimi tre mesi sarei andata a vivere negli USA. Detto fatto: il volo di ritorno non fu Milano, bensì direttamente Los Angeles. La settimana dopo cercavo casa. 

1954 è stato prodotto direttamente da te, giusto? 

Si con la distribuzione della Self, la stessa società che mi aiutò all’inizio con la distribuzione di Easy Lady. Ho seguito tutto in questo album: musiche, parole, selezione dei brani, copertina, foto, promozione. Tanti viaggi nel triangolo Como-Milano-Reggio Emilia, tanti provini, tanti piccoli mattoncini che hanno portato alla realizzazione di questo lavoro. Ringrazio veramente tutte le persone che ne hanno fatto parte: da oggi inizia questa nuova avventura.

Dichiarare la propria data di nascita non è da tutti, soprattutto per una donna. 

Esatto ed è una discriminazione ingiusta. Vedi, essere dal 1954 è per me un onore ,un privilegio, un inno alla vita: ecco da dove deriva il titolo. Mi sono dichiarata in tutto ,anche nella mia età, per me oggi un vanto.

Quali brani ti piacciono di più riascoltando questo album? 

Tutti ma in modo particolare Nessuno è come te, dove potrete trovare la Spagna anni ’90 con tanto di sax, strumento che adoro, Essenza e anima, una canzone di Sala, Elia, Gerardi e Colavecchio che mi ha preso tantissimo sin dal suo primo ascolto e poi Se io se lei, di Biagio Antonacci, cover che sono riuscita ad inserire in un album. 

L’album esce in cd e in vinile: come mai? 

Si, un bellissimo vinile rosa! Come la cover è stata un’idea del mio manager e del team della Self: amo il suono del vinile. Anche questo è stato un modo per tornare indietro nel tempo, per creare qualcosa che potesse dare un senso materico ad una musica per lo più digitale.  

L’arte di arrangiarsi è stato il titolo di un tuo album del 2004 ma è stato anche un leit motiv della tua carriera, sei d’accordo? 

Certamente, per me è stato quasi sempre così. “Una cantante che si chiama Spagna, che canta in inglese ed è italiana non farà mai nulla”: così mi dicevano i discografici degli anni ’80. Pazienza: dopo tanti no, ci stampammo in casa 1000 copie di Easy Lady, 10 delle quali arrivarono per puro caso in Francia. Da li iniziò il boom! Sanremo 1995: Baudo aveva scartato le canzoni che aveva proposto il mio manager di allora. Mancavano pochi giorni allo scadere dei tempi per presentare il brano in gara e non avevo nulla di pronto! Che fare? Tornai nella mia casa di Milano con la febbre, pure! Mi misi al pianoforte e nacque Gente come noi! Le cose non arrivano da sole: bisogna lottare, credere sempre in se stessi, amare alla follia il proprio lavoro. Io ho sempre fatto così, con onestà e cocciutaggine, anche facendo molti errori.  Poi capita sempre qualche cosa di magico: Nessuno è come te era pronta ma non riuscivamo a completare alcuni pezzi con Theo. Poi l’idea del sax ed infine il refrain: “Adesso che ci sono dentro, ci devo andare fino in fondo”. Praticamente il senso di questo progetto. 

Parlando di strumenti, quali sono stati gli arrangiamenti che ti hanno emozionata di più? 

Gli archi, strumento che adoro tantissimo insieme al sax. Ultimamente li ascolto con grande attenzione, così come ascolto la musica classica. Quando sono in casa con i miei gatti metto su Puccini e… andiamo in estasi! Vedessi come di rilassano! E’ destino che debba fare qualche cosa che mi avvicini alla musica classica!

Devo dire che il tuo 1954 è solo un numero nel tuo caso: sei in splendida forma!

Mi mantengo con attenzione e impegno, a partire da un’alimentazione sana e un programma di allenamento rigoroso, fatto di tanta ginnastica, praticamente ogni giorno. Quando mi butto sotto la doccia distrutta sono contenta anche se è una fatica bestiale! 

Hai ricevuto apprezzamenti dai colleghi? 

Si: Biagio Antonacci ha approvato la mia cover! Poi mi hanno scritto tante colleghe, complimentandosi sia per il titolo, sia per la mia determinazione nel produrre questo disco. Spero che sia un invito anche per loro ad avere il coraggio di rischiare in nome della nostra grande passione: la musica. 

In questi 10 anni di silenzio discografico in italiano hai fatto però molte atre cose: che cosa vorresti fare per il prossimo futuro?

In questi anni sono stata costantemente in tour, ho fatto un album in inglese, Four nel 2012 e sono usciti diversi singoli dance, oltre a singoli spot in italiano. Mi piacciono molto i singoli perché puoi curare bene anche i video, come ho fatto per Cartagena e Nessuno è come te. Poi ho scritto due libri. Diciamo che la noia non so proprio che cosa sia. Mi piacerebbe scrivere un altro libro e ovviamente continuare a cantare. Vedremo! 

Ricordo inoltre che parte del ricavato di 1954 verrà devoluto ai City Angels, l’associazione fondata da Mario Furlan per aiutare i senzatetto e i disagiati. Ivana, Nessuno è come te! 

Da non perdere!

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