Giorgio Tirabassi al cinema con Il grande Salto: dal 13 giugno 2019

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Giorgio Tirabassi - Foto Sara Galimberti
Giorgio Tirabassi - Foto Sara Galimberti

Il grande salto al cinema dal 13 giugno 2019. Giorgio Tirabassi protagonista del film racconta a Lifestyleblog.it il suo debutto da regista.

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Giorgio Tirabassi al cinema con Il grande Salto: dal 13 giugno 2019

E’ “un grande salto” anche per te che debutti dietro la macchina da presa. Come nasce l’idea del film e come è stato passare dall’altra parte?

Il passaggio è stato abbastanza naturale. Da tanto tempo faccio l’attore, ho lavorato con vari registi, ho avuto modo di vedere le varie tecniche e imparare il minimo della grammatica del linguaggio cinematografico. Avevo già fatto qualcosa, anni fa, un cortometraggio: è stato il vero banco di prova “Non dire gatto”. È andato bene e ha vinto premi. È stato un miracolo e una bellissima esperienza. 

La voglia di fare un film con Ricky (Memphis, ndr), risale fin dai tempi de L’ultimo capodanno. Abbiamo lavorato molto insieme, soprattutto nella serie tv Distretto di polizia: sei anni gomito a gomito sviluppando un’intesa quasi preoccupante. Alla fine c’era l’idea che é nata a teatro, dove recitavo le storie di questi due rapinatori, Nello e Rufetto.

Storie scritte da Daniele Costantini che ha collaborato con me. Abbiamo coinvolto Mattia Torre con il quale avevo collaborato. Siamo un gruppo che ha lavorato bene insieme.

E’stato tutto abbastanza naturale, volevo fare da tempo la regia di un lungometraggio. Non è stata una passeggiata perché ho avuto varie vicissitudini, questo film doveva essere fatto anni fa, ma poi saltato e risaltato per diversi motivi. Alla fine ho trovato due  produttori, Alessandro Carpigo e Bruno Frustaci che hanno creduto in questa sceneggiatura, mi hanno aiutato e mi hanno dato modo di realizzare film come volevo io senza pressioni. Poi per fortuna è uscita fuori Medusa che sta credendo nel film e lo distribuire.

Meglio tardi che mai…

Assolutamente, faccio un altro lavoro e questo della regia era un capriccio. Ma un capriccio a cui tengo molto perché il ruolo del regista nel cinema è quello più bello e che dà più soddisfazioni. Era una cosa che volevo fare da tempo, con degli attori sicuri e garantiti. Ho chiesto e mi hanno aiutato amici attori di vecchia conoscenza come Giallini, Mastandrea, Lillo. Hanno aiutato me e il film con delle partecipazioni più che amichevoli e li ringrazio tanto. 

Come già hai menzionato, sei protagonista insieme a Ricky Memphis. Questa volta, però in una veste inedita, avendovi sempre ammirati nel ruolo di poliziotti. E adesso, da rapinatori…

Due “disgraziati”. Il fatto che siano due rapinatori perché e un mestiere più cinematografico ma potrebbe succedere a chi cerca una svolta a fatica. Il grande salto lo cerchiamo tutti. E loro, nel loro ambito, cercano di fare il salto dal sottobosco alla serie a della criminalità attraverso un boss del quartiere interpretato da salvatore striano che gli offre un incarico apparentemente molto semplice. Ma poi ci si mette il destino a complicare tutto. Ricky, che interpreta Nello nel film, mi convince che non è tutto un caso sugli intoppi. Vede i documentari sul destino, sui Maya ed è suggestionato. Cerca di farmi ragionare su questo, ma io gli dico che il destino viene fatto con le proprie mani. All’ennesimo intoppo mi convince e dice “non è possibile”. Cercheremo perciò un’alternativa che non svelo… e che dà la svolta, il grande salto a questi due personaggi. Nel cast ci sono anche Gianfelice Imparato e Tiziana Cruciani, miei suoceri nonché i genitori di Roberta Mattei che ricopre il ruolo della mia giovane moglie, una donna che si è innamorata di questo mascalzone buono. Questa è la mia sfera familiare mentre Ricky non ha nessuno. Uno che vive in una specie di cantina che si mette un po a posto ma è un tugurio. Ogni volta che cerca di portare una donna, scappano via terrorizzate. 

Tre buoni motivi per vedere “Il grande salto” al cinema…

Per chi è affezionato alla coppia Tirabassi – Memphis, è il primo appuntamento dopo tantissimi anni che non lavoravamo insieme.

Secondo motivo è che è una commedia pensata e influenzata dal vecchio cinema storico italiano: la commedia all’italiana nobile.

Terzo perché fa caldo e l’aria condizionata è una mano santa. 

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