27 Marzo 2018

I giocatori di esport sono davvero così pigri come si pensa?

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I giocatori di esport sono davvero così pigri come si pensa?

Gli esport, cioè i giochi elettronici organizzati a livello professionistico e competitivo, stanno diventando sempre più popolari anno dopo anno. Ma quando pensiamo a questo mondo –  sconosciuto ai più – molto probabilmente ci vengono in mente i tipici “nerd” che stanno ore in casa a giocare al computer o alla console. Niente di più sbagliato: tutto questo appartiene al passato o al massimo ha a che fare con il gioco a livello amatoriale, non certo a quello competitivo.

Oggi un giocatore di esport viene sempre più equiparato ad un atleta e di conseguenza l’allenamento fisico sta diventando una componente fondamentale della preparazione. Sebbene i giocatori, durante le sfide, devono stare seduti su una poltrona da gioco e all’apparenza non devono affrontare nessuno sforzo fisico in senso tradizionale, in queste discipline la forma fisica si rivela importante almeno quanto quella psicologica. Mantenere per tante ore la stessa posizione e avere i muscoli delle braccia sempre in tensione per essere pronti a giocare al meglio, richiede uno sforzo fisico da non sottovalutare.

Inoltre, oltre alle competizioni, va considerato il tempo che gli atleti di giochi elettronici devono dedicare alla pratica e all’allenamento. Si tratta di diverse ore a settimana che portano il giocatore a passare una buona parte della sua vita seduto su una – seppur comoda e superprofessionale – poltrona da gioco. Una situazione che può condurre a problemi di affaticamento e infiammazioni muscolari.

La carriera di giocatore elettronico richiede una dedizione pressoché totale ed è anche per questo che gli allenatori dei team più importanti raccomandano ai loro atleti di introdurre alcune ore di fitness nella loro routine. Ma c’è di più. I team più famosi – impegnati in diverse competizioni come League of Legends, Smite, HoTS e CSGO – si avvalgono non solo di un personal trainer, ma anche di un nutrizionista e di un cuoco. Si tratta di un’ulteriore conferma che i giocatori di esport vengono trattati sempre più come atleti e sempre meno come semplici giocatori al pc.

I benefici di questa strategia “salutista” non riguarda solo la condizione fisica dei giocatori di esport. Sempre più studi scientifici dimostrano la correlazione tra l’attività fisica e mentale, fornendo una base sperimentale all’idea che la preparazione atletica possa migliorare anche le performance di gioco. In particolare, ad ottenere un beneficio sarebbero la concentrazione e la reattività, ma più in generale la condizione psicologica globale.

Lo stesso tipo di considerazioni può essere fatto anche per altri sport non convenzionali, come ad esempio il poker, che al pari degli esport si sta ritagliando uno spazio come disciplina sportiva a tutti gli effetti. Sebbene il giocatore di poker debba stare “semplicemente” seduto per giocare al tavolo, in realtà lo sforzo mentale richiesto è tale da rendere necessario l’abbinamento con una adeguata preparazione fisica.

Gli esempi potrebbero continuare con molte altre discipline innovative che si sono sviluppate negli ultimi anni. Si tratta sempre di attività all’apparenza sedentarie, ma che se portate ad un livello professionistico e competitivo richiedono un’attenzione non indifferente alla preparazione fisica. Insomma, il mondo degli esport è pronto a rompere i pregiudizi con giocatori a prova di squat e flessioni.

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