12 Dicembre 2017

Carla Caizzo: l’avvocato Micaela Ottomano analizza la vicenda processuale

2 minuti di lettura
Carla Caizzo: l'avvocato Micaela Ottomano analizza la vicenda processuale
La storia di Carla Caizzo ha sconvolto il nostro Paese. La sentenza nei confronti di Paolo Pietropaolo è stata emessa lo scorso 28 novembre, dalla V sezione della Corte d’Appello di Napoli presieduta da Maurizio Stanziola, dopo più di due ore di camera di consiglio. Pietropaolo è stato riconosciuto colpevole di tentativo di omicidio, stalking e procurato aborto. Con l’avvocato Micaela Ottomano, brillante giurista, esperta di Diritto delle Assicurazioni e di Diritto di famiglia analizziamo questa vicenda processuale.
Pietropaolo gettò addosso a Carla un liquido infiammabile e le diede fuoco. Lei era incinta, e la bambina oggi è viva grazie al cesareo che i medici praticarono disperatamente in ospedale. Pietropaolo è il padre di Giulia Pia, è stato processato, ha scelto il rito abbreviato e anche in secondo grado è stato condannato a diciotto anni di carcere e, ovviamente, gli è stata sospesa la responsabilità genitoriale.
Di lui Carla non parla più. Le fiamme che Pietropaolo gli ha buttato addosso le hanno devastato il corpo, ma non le hanno tolto la voglia di vivere e di combattere. “Caro presidente, sono Carla Caiazzo, con queste parole ha deciso di iniziare la lettera indirizzata al Quirinale. 

Ventidue righe in cui  si rivolge direttamente al capo dello Stato, Sergio Mattarella:

Ti scrivo perché oggi, più che mai, da vittima voglio rappresentare un momento di riscatto e di riflessione per tutte le donne che subiscono, in silenzio, le violenze dei propri uomini. Occorre fare qualcosa. Subito. Ti scrivo per chiederti di sollecitare il nostro legislatore ad individuare, sulla scorta di quanto sta tristemente accadendo, una nuova figura di reato che punisca severamente coloro che, nel loro intento delittuoso, colpiscono le donne e, soprattutto, le cancellano dalla società civile”. 

Al nostro presidente della Repubblica, Carla ha sottoposto la proposta elaborata assieme al suo legale, l’avvocato Maurizio Zuccaro: l’introduzione dell’omicidio di identità

Il mio aggressore mi ha ammazzato lasciandomi viva. Siamo vittime di chi ha voluto cancellarci, distruggere, deturpare il nostro viso, quello che ci consente di riconoscerci e renderci riconoscibili alla società”.
Questi episodi di aggressione con il fuoco sono aumentati forse per emulazione o forse per la cattiveria di certi uomini che perdono il possesso della donna, per loro ammazzare e ferire non basta più.
Quella donna che li ha abbandonati deve essere deturpata fino al punto che la sua identità sia cancellata oltre la morte. L’inserimento nel nostro sistema giudiziario della tipologia di reato di “omicidio d’identità”, che equipara un gesto così violento all’omicidio, potrebbe essere considerato come un atto di coraggio del nostro Parlamento.
La conferma della condanna a Pietropaolo, inoltre, arriva proprio quando si è riacceso dibattito sulla presenza del rito abbreviato.
In questi giorni la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge sulle modifiche al codice di procedura penale, in materia di inapplicabilità e di svolgimento del giudizio abbreviato per reati come omicidio e stupro. I voti a favore sono stati 318, 33 i contrari e 30 gli astenuti. Il provvedimento deve passare all’esame del Senato

Da non perdere!

P