Micaela Ottomano brillante avvocato, esperta di diritto di famiglia e di diritto delle assicurazioni da sempre a difesa delle donne abusate e maltrattate analizza, in maniera sintetica ma esaustiva, la legge in vigore nel nostro Paese dal 2013.
Come valuta le norme create per contrastare questa emergenza sociale ?
Era opportuno legiferare: questa legge era indispensabile ma credo che si debba fare di più. Alcuni uomini non hanno ancora accettato l’emancipazione della donna. L’omicidio è l’ultimo atto, l’estrema manifestazione del possesso. L’uomo uccide perché non ha più il possesso di quella “cosa” che riteneva sua, la donna. Il femminicidio si colloca tra i reati che hanno origine da un substrato culturale arcaico. Bisogna creare una rete di protezione e Stato, famiglia e scuola devono intervenire in maniera incisiva perché la violenza sulle donne riguarda tutti e non deve essere concepito come un fatto privato”.
E’ assodato che la denuncia è lo strumento migliore che ha la donna molestata e, inoltre, si può anche denunciare è mantenere l’anonimato.
Certo, bisogna denunciare. Le donne non devono avere alcun timore e quando si viene a conoscenza di episodi di maltrattamenti sulle donne chiunque può fare una segnalazione anonima alle autorità competenti. Capisco che non sono situazioni semplici da gestire ma credo che il questo sia il consiglio migliore che si possa dare.
Da esperta di diritto di famiglia come spiega l’aumento della violenza tra le mura domestiche? Che cos’è la violenza assistita ?
La violenza assistita intrafamiliare è una forma di violenza domestica che consiste nell’obbligare un minore ad assistere (da qui il termine “assistita”) a scene di aggressività o violenza verbale, fisica, sessuale tra persone che costituiscono per lui un punto di riferimento o su persone a lui legate affettivamente, che siano adulte o minori. La violenza assistita, in quanto maltrattamento psicologico, comporta effetti a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale. Anche se non risulta dimostrabile una correlazione lineare tra la violenza assistita e l’insorgenza di esiti clinici, conseguenze dannose provocate da abusi, maltrattamenti e violenze, si verificano con grande frequenza, anche nei casi in cui il bambino non manifesti un sintomo immediato. Nell’ambito della violenza assistita, occorre distinguere i casi in cui il bambino fa esperienza diretta della violenza, quando obbligato a vedere, o indiretta, quando ne è messo al corrente o ne percepisce gli effetti negativi: dalla piccola violenza quotidiana come può essere una lite tra genitori, alle forme più gravi e ripetute, che provocano nel bambino effetti molto gravi, a volte anche paragonabili alle conseguenze degli abusi.