12 Aprile 2016

Emiliano De Martino: “Una pallottola nel cuore 2, fantastico lavorare con Proietti”

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Emiliano De Martino: “Una pallottola nel cuore 2, fantastico lavorare con Proietti”

Emiliano De Martino è tra i volti più apprezzati di “Una pallottola nel cuore 2”, la fortunata serie tv che ha come protagonista Gigi Proietti (in onda il martedì su Rai 1), dove riveste il ruolo dell’agente scelto Palumbo. A Lifestyleblog.it l’attore ha parlato di questa sua esperienza ma anche di tutto il suo percorso artistico.

“Una pallottola nel cuore 2”: raccontaci di questa esperienza
E’ la seconda partecipazione per me essendo già nella prima serie. Il mio personaggio, l’agente scelto Palumbo, è il classico napoletano simpatico. Mi è piaciuto approcciarmi a un tipo di personaggio diverso, avendo sempre ricoperto il ruolo di “cattivo” negli ultimi anni. E’stata una bella esperienza, avendo avuto anche la fortuna di interagire con un grande maestro che è Gigi Proietti. Molto bello perché lui, anche quando non lo sa, insegna. E il segreto di questo lavoro è di riuscire a carpire da chi ne sa di più: i cosiddetti “vecchi”, in senso buono, hanno questa esperienza che riesci a cogliere con atteggiamenti e sfumature che sembrano piccole ma, per arrivarci, ci vogliono anni di esperienza.

Non soltanto Proietti, in passato hai avuto modo di lavorare con altri personaggi illustri…
In ogni lavoro ho avuto la fortuna di affiancare personaggi di spessore che stimavo a prescindere. Ho iniziato con Verdone, per la regia di Veronesi. Poi ci sono stati Pieraccioni, Biagio Izzo, il maestro Scola e tanti altri ancora. Senza dimenticare Fiorello, con il quale si è instaurato un rapporto di amicizia. Rosario ha apprezzato il mio percorso di vita, mi rispecchio in lui e lui in me vede se stesso da giovane. Mi ha messo alla prova invitandomi ad uno spettacolo suo: a mia insaputa, mi ha buttato in pasto al pubblico facendomi fare un monologo visto al teatro. E di lì poi ci sono state altre serate con lui, uno spot. Stare in scena con Rosario è fantastico: è una “mina vagante”, se non sei pronto non sai cosa succede. E’fantastico, un mito per me. E’stata una fortuna lavorare con lui e spero di rifarlo presto.

Di strada ne hai fatta tanta… Quanto pensi sia importante la gavetta oggi, soprattutto per i giovani?
Non voglio dispensare consigli ma posso dire, sulla mia pelle, che non è stato facile ne lo sarà. Questo lavoro è una gavetta continua, non c’è mai un punto d’arrivo. Ci sono degli step che la vita pone: è un andare avanti e ricominciare da zero. Finisce un film e hai un vuoto cosmico davanti. Io a 19 anni sono andato via di casa per inseguire il cosiddetto “sogno nel cassetto”: non avevo neanche il cassetto, solo il sogno. A Salerno avevo avuto modo di vivere un’esperienza sul set quasi da semi imbucato, volevo capire come funzionava. Lì ho anche fatto teatro, tv private, scrivevo format e conducevo trasmissioni: ero un piccolo fenomeno in provincia. A Roma c’era molta competizione e ho capito che bisognava ricominciare da zero. Ho iniziato come cameriere, lavorato in bar, locali… Ho mandato qualche curriculum fino a quando ho iniziato con qualche provino a teatro. Ho frequentato scuole, accademie, studiato dizione, ho iniziato a fare un nuovo tipo di teatro provenendo dal “classico” napoletano. Dormendo poche ore a notte, facendo tanti lavori contemporaneamente è arrivata la prima esperienza televisiva con “Questa è la mia terra 2”, dove avevo un ruolo piccolissimo ma costante. Per me è fondamentale tutto quello che danno i sacrifici: ti formano, ti creano e ti inquadrano.

Dal passato al futuro: quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Stiamo seguendo la messa in onda della fiction che sta andando bene e siamo contenti di questi risultati. Sto continuando a seguire due progetti che non posso rivelare, mi sto dedicando al teatro in uno spettacolo scritto, diretto e prodotto da me. Lavoro per una nuova produzione, sempre a teatro, e mi occupo della direzione artistica dell’accademia “L’arte nel cuore” che è la prima in Italia per la formazione artistica di ragazzi disabili e normodotati. Mi piace molto, dedico il mio tempo a loro, è impegnativo ma fantastico al tempo stesso. Ci sono circa 200 ragazzi, venti insegnanti e grazie alla presidente stiamo creando dinamiche per inserire i nostri attori in contesti del tutto professionali, dal cinema alla fiction. Formiamo anche per trucco, parrucco e tanto altro: una factory con ragazzi speciali. Iniziamo le prove con un testo riadattato da me, che si intitola “Zia Antonia, Zio Peppino e la malafemmina” che è la riscrittura del brano di Totò:  lo spettacolo si terrà a giugno al “Brancaccio” di Roma con la mia regia insieme a Marta Iacopini.

 

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