20 Dicembre 2015

Chef Rubio pastore tatuato nel presepe di San Gregorio Armeno a Napoli

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Chef Rubio pastore tatuato nel presepe di San Gregorio Armeno a Napoli

Chef Rubio pastore tatuato nel tradizionale presepe di San Gregorio Armeno: nella celebre strada degli artigiani presepisti di Napoli, arriva a grande richiesta la statuetta del cuoco di ‘Unti e Bisunti’. Una fattura policroma stile ‘700 napoletano, finemente realizzata dal maestro Marco Ferrigno, tra i capiscuola nell’arte della terracotta partenopea con una tradizione di famiglia iniziata nel 1836.

 

La versione presepiale di Chef Rubio è senza dubbio la più richiesta del Natale 2015. La domanda, infatti, è partita dal web nei primi giorni di dicembre, quando il popolare cuoco televisivo di DMAX ha postato sui suoi seguitissimi profili social uno scatto della fotografa Alessia Leporati (aka Crsuca Dolores) che lo ha ritratto a petto nudo con un agnellino sulle spalle. Una foto bucolica che intendeva celebrare il carisma di Rubio sul suo pubblico e followers, come un pastore che guida le sue greggi. Immediata la reazione del web, che con un corto circuito di migliaia di like ha attraversato tutti i profili social dello Chef. Da Facebook a Twitter a Instagram si sono moltiplicati i ‘meme’ del moscoforo Rubio e la richiesta di una statuetta a #SanGregorioArmeno è diventata virale. Il tutto è rimbalzato sui giornali, creando una ridda di commenti e dando spazio anche a talune puntualizzazioni da parte di vegani e animalisti.

Marco Ferrigno, sempre attento all’attualità, e tra i più produttivi nel trasformare in pastori i personaggi della politica, dello spettacolo, calciatori e showgirl ha subito intercettato la richiesta del pubblico ed ecco che ha accontentato il pubblico di Chef Rubio: “Con una posa così naturalmente presepiale – commenta il maestro Ferrigno – mi è sembrato inevitabile un riconoscimento a Rubio che con il suo programma ha saputo dare la giusta evidenza alla tradizione culinaria che vive proprio qui, nei vicoli del nostro centro storico di Napoli, a San Gregorio Armeno”.

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