28 Dicembre 2015

Cataldo Calabretta: avvocato e docente di successo, ora è tra i volti più apprezzati di RaiUno

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Cataldo Calabretta: avvocato e docente di successo, ora è tra i volti più apprezzati di RaiUno

SPECIALE NATALE – http://goo.gl/ZOcyr5 Continua l’ascesa di Cataldo Calabretta, avvocato e docente di Diritto dell’informazione. Volto popolare ai telespettatori di Raiuno, è opinionista di “Storie Vere”, condotto da Eleonora Daniele e de “La vita in diretta” condotto da Cristina Parodi e Marco Liorni. Non solo: all’interno di “Uno Mattina Caffè” cura la rubrica “Lezioni di Diritto, parole in codice”.

Avvocato, docente universitario, collaboratore presso i più prestigiosi periodici italiani e opinionista in molte trasmissioni di Raiuno: il tuo curriculum è ricco di esperienze prestigiose. Puoi fare un bilancio provvisorio della tua carriera ?
Il bilancio fino a questo momento è più che positivo. I traguardi raggiunti mi riempiono d’orgoglio e mi forniscono continuamente gli stimoli per andare avanti. Se potessi andare a ritroso nel tempo, da bambino sognavo proprio questo. Sono calabrese, nato a Cirò Marina in provincia di Crotone e da lì che sono “partito” con una grande voglia di fare, di impegnarmi e di studiare. Mi sono laureato a Milano all’Università Cattolica, ho frequentato due Master, ho conseguito il dottorato di Ricerca “Impresa, Stato e Mercato” all’Unical di Cosenza e svolgo attività di ricerca universitaria dal 2002. Ho lo studio legale a Roma e insegno diritto dell’Informazione all’Università Ecampus di Novedrate e anche al Master di II Livello in scienze criminologiche e forensi dell’Università La Sapienza di Roma. E sicuramente mettere a disposizione dei giovani studenti quanto ho appreso giorno dopo giorno facendo questo lavoro, è per me una vera e propria gratificazione per cui ogni giorno ringrazio. Ho inoltre una vera passione per la cronaca nera, mi affascina moltissimo.
E ne parli molto in tv. Il tuo è un volto rassicurante, si denota tanta preparazione e una grande attenzione nel trattare argomenti molto delicati: ma quanto è difficile trattare i casi di cronaca nera in tv ?
Non è affatto semplice. E’ indispensabile prepararsi e conoscere le vicende giudiziarie per non commettere errori e per non deludere il pubblico. In ogni circostanza in cui ho la possibilità di farlo ribadisco quello che per me è un caposaldo della nostra Costituzione. “L’imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva”. Sempre più spesso succede che attraverso uno stravolgimento dell’informazione si deforma questo principio fondamentale e spesso nascono delle vere e proprie gogne, fondate su una presunzione di colpevolezza e non di innocenza, come dovrebbe essere. Per fortuna in televisione ci sono tante trasmissioni in cui si rispetta il diritto di cronaca e la dignità delle persone coinvolte. I telespettatori hanno tuttavia il diritto di essere informati e di conoscere i fatti attraverso racconti equilibrati.
Quest’estate insieme a Vittoriana Abate, apprezzato volto dell’informazione Rai, hai “percorso” l’Italia ricostruendo i più intricati gialli degli ultimi decenni per Raiuno.
Si, ed è stata veramente una bellissima esperienza. La bella stagione è quella in cui, tradizionalmente, si prendeva in mano un bel libro giallo e ci si avventurava nell’atmosfera misteriosa e avvincente delle sue pagine. All’interno di un contenitore, come quello di Estate in Diretta, abbiamo, in un certo senso, ripreso quell’abitudine, dedicando spazio a una rubrica che affronti la cronaca nera, senza morbosità. Attraverso uno stile rigoroso e documentaristico, lo spettatore è stato accompagnato alla scoperta, o talvolta alla riscoperta, di casi avvincenti e intricati, con l’esclusiva finalità di aumentare le informazioni in suo possesso relativamente alle suddette vicende. Fare informazione significa offrire al pubblico tutti gli strumenti necessari per costruirsi una sua visione dei fatti, senza cadere nella trappola della volgarità o della partigianeria.
Ma qual è la caratteristica professionale che contraddistingue un avvocato?
E’ necessaria tanta passione ma anche molto impegno, tanto studio e una buona dose di curiosità intellettuale. La passione anima ogni momento della giornata mentre la curiosità  intellettuale serve per fornire un servizio qualificato. Lo studio è indispensabile perché l’avvocato deve essere in linea con i tempi, in continuo aggiornamento e formazione: la nostra è una scienza pratica.
E’ anche l’avvocato civilista di Francesco Schettino, condannato in primo grado nel processo che si è svolto a Grosseto per il naufragio della Concordia. Ha anche curato la prefazione del libro che ripercorre le tappe di questa vicenda giudiziaria nota in tutto il mondo. Come mai ha deciso di difenderlo?
“Ho seguito con molto impegno questa vicenda giudiziaria. E’ stata un’occasione “unica” sotto il profilo della mia crescita professionale, ho accettato questo incarico tre anni fa, avevo 35 anni e sono stato “catapultato” in un evento senza precedenti. Di la dai profili di responsabilità, il Comandante Schettino credo che abbia subìto, e stia subendo, un attacco alla sua persona senza precedenti. E’ stato senz’altro vittima di un accanimento mediatico, andato oltre le risultanze obiettive. L’intento del mio lavoro è sempre stato quello di tutelare la sua privacy, costantemente violata, attraverso i mezzi di informazione cercando di far rispettare alle testate giornalistiche, sia di carta stampata e sia televisive, i criteri di verità e continenza della notizia. Troppo spesso, alcuni esponenti del mondo dell’informazione sono divenuti essi stessi protagonisti del processo mediatico, che purtroppo si è innescato fin dall’inizio di questa tragica vicenda. Credo sia stato il processo italiano più noto del mondo. Sono convinto che addossare tutte le colpe al comandante sia stata una soluzione quasi scontata, quasi come se ci fosse un “obbligo”. Sono amareggiato perché è stato riconosciuto il reato di abbandono nave che risulta essere infamante e a mio avviso assolutamente inesistente. Molti testimoni ascoltati durante le fasi del dibattimento sono stati concordi nel sostenere che il Comandante Schettino non abbandonò la nave se non quando non poteva fare altrimenti. E’ agli atti. Tra poco inizierò il processo d’Appello a Firenze”.
Ci puoi fare una breve analisi di un processo, che procede parallelamente a quello penale, ovvero il processo mediatico…
“Premetto che evito di “processare” in tv, nel senso che nel pieno rispetto del diritto di cronaca prediligo il commento e l’analisi dei casi, delle inchieste giudiziarie e dei processi in corso. Il vero processo, o meglio l’unico processo ad oggi esistente è quello che si svolge nei aule dei tribunali e serve a tutelare anche la collettività oltre che gli imputati e gli altri soggetti coinvolti, attraverso un’azione posta in essere da professionisti, che tenuti unicamente al rispetto delle regole e della Legge, sono obbligati a ricostruire una verità processuale più aderente possibile alla verità storica.
Quali sono i rischi legati ad una cattiva informazione sul processo penale?
Sono tanti. Il pericolo è che la pubblica opinione esca disorientata e confusa, e non già informata, da questa (falsa) rappresentazione della giustizia.  Spesso mi chiedo quanto i media possono in qualche modo condizionare lo svolgimento di un processo. Sono convinto, e non può essere altrimenti, che, al di là dell’opinione dominante e della versione dei fatti a volte, e non sempre, preconfezionata dai media, i nostri uomini di legge siano tecnici preparati, a gestire questioni “delicate” e decidano, sempre e comunque, secondo buon senso ed equilibrio e quindi secondo un libero convincimento non condizionato. Tuttavia mi preme sottolineare che nel nostro paese ci sono tanti professionisti del mondo della comunicazione che svolgono il proprio lavoro in maniera corretta con i quali è opportuno e utile collaborare”.
Sei il legale di moltissimi personaggi dello star-system dello nostro Paese. Ovviamente sarà legato a tutti loro indistintamente.
Inevitabilmente si creano dei solidi rapporti di amicizia. In loro credo, li sento tutti i giorni, mi batto e ottengo risultati proprio per questo: perché un rapporto professionale di questo tipo deve essere fondato sulla stima, sulla correttezza, sulla fiducia.
E’ noto anche il tuo rapporto professionale e di grande amicizia con la splendida Elisabetta Gregoraci. Con lei hai promosso due campagne di sensibilizzazione che hanno avuto una grande risonanza nel nostro paese ci racconti come sono nate queste iniziative ?
Elisabetta è una donna straordinaria. Sono fiero di lei e di essere un amico che lavora al suo fianco da diversi anni. Nel 2009 è partita la campagna inerente l’utilità del sangue cordonale ed Elisabetta Gregoraci ne è divenuta testimonial. Abbiamo organizzato tante iniziative e abbiamo ricevuto molti attestati di stima per aver avviato un progetto volto a migliorare il livello delle informazioni su una materia complessa che è governata da una normativa ancora piuttosto carente in Italia. Molte mamme in attesa non sono ben informate su tutte le varie possibilità ed arrivano al momento del parto senza aver deciso nulla. Su una materia così importante in Italia c’è un vuoto legislativo intollerabile rispetto agli altri paesi d’Europa dove la situazione è regolamentata in modo migliore: e se si pensa che le cellule staminali estratte dal cordone possono essere trapiantate per curare varie patologie: linfomi, leucemie, aplasie midollari, talassemie, immunodeficienze congenite, alcuni difetti metabolici la situazione appare ancora più paradossale. L’altra campagna d’informazione, avviata di recente, è volta ad educare sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce nella lotta ai tumori. Si chiama “Regalati la prevenzione”. Ho pensato di far scendere in campo con me alcuni numeri uno del mondo della medicina, della comunicazione e dello spettacolo per ricordare a tutti che un corretto stile di vita, così come frequenti controlli medici specifici possono essere i nostri migliori alleati per scongiurare l’insorgere di gravi patologie. Abbiamo avuto il supporto scientifico del professor Francesco Schittulli, senologo-chirurgooncologo di fama internazionale e Presidente della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e della dottoressa Anna Caparra dell’Università La Sapienza di Roma.
Sei anche il legale di Roberta Morise, bellissima showgirl calabrese famosa per la conduzione del noto magazine di Raiuno “Easy Driver”, cosa ci racconti di lei?
A lei sono legato da un affetto profondo. Credo sia la donna che mi conosce meglio di chiunque altra. Mi da i consigli giusti su come corteggiare e conquistare una donna, si impegna molto in questo senso perché dice che ho l’età giusta per mettere su famiglia, ma io ancora non ho trovato la donna che mi possa sopportare. Scherzi a parte, Roberta è una ragazza perbene, con un grande cuore e dotata di talento. A lei auguro tanto successo.

 

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