30 Novembre 2015

Siamo donne, oltre le paranoie c’è di più

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Siamo donne, oltre le paranoie c’è di più

Da Patty From the blog Siamo donne, oltre le paranoie c’è di più.

Seh, come no! A volte vorrei poterci credere ma mi rendo conto che spesso e volentieri siamo solo un groviglio di paranoie. Punto. Niente da aggiungere a nostra discolpa.

Di certo la sindrome premestruale non aiuta, quei giorni in cui nemmeno Hannibal Lecter oserebbe avvicinarsi per paura di essere sbranato vivo in un sol boccone.

Il guaio è che quando torniamo per un attimo ad essere lucide in quel turbinio di ormoni altalenanti, ci accorgiamo di quanto siamo davvero insopportabili e nemmeno poi così dolcemente complicate come voleva far credere la Mannoia. Siamo odiosamente complicate.

 

 

 

 

 

Da donna mi è difficile ammetterlo ma a volte non mi sopporto neanche io, mi infastidisco da sola guardando i miei comportamenti da fuori ma poi respiro e penso che una volta che gli ormoni torneranno al loro posto sarò di nuovo quella donna normale che si alza al mattino e riesce ad avere un carattere sopportabile senza scenate alla Sgarbi solo perché sono finite le copie del Leggo fuori dalla metropolitana.

La sindrome premestruale colpisce almeno una volta nella vita circa l’80% delle donne, quindi se qualcuna di voi leggendo questo post si sente esonerata dalla sindrome premestruale, faccia poco la figa perché se non è ancora successo, beh stia pur certa che la sindrome è dietro l’angolo, come un venditore porta a porta del Folletto, l’avete scampato una volta, due volte, ma alla terza non gli sfuggirete e il vostro citofono non suonerà a vuoto. Uàhuàhuàh.

Durante quegli infiniti giorni che precedono il ciclo sembra verificarsi una diminuzione di dopamina e serotonina, endorfine in grado di regolare il tono dell’umore e di renderci simpatiche come Flavia Vento.

Ecco dunque 10 situazioni in cui vi ritroverete se come me, una volta al mese, quella bastarda della sindrome premestruale riesce a trovarvi anche se vi siete abilmente nascoste nell’armadio di Narnia.

  1. Ridere a battute che non fanno affatto ridere e piangere a random di fronte a cose che dovrebbero invece far ridere. La fiera del nonsense abita in noi e scacciarla è impossibile quasi come convincere Salvini a dare fuoco alle sue felpe orribili
  2. Rischiare l’ergastolo solo col pensiero. Gli istinti omicidi prendono il sopravvento e se Dario Argento potesse leggerci nel pensiero avrebbe come minimo tre nuove sceneggiature per i suoi prossimi film. Morirete tutti, no anzi, tutti tranne: mamma, papà, Lindt e McDonald’s
  3. Accorgersi di avere delle tette e girare “con un body a balconcino che ti tiene su un seno che così non si era mai visto prima” (cit. Sei un mito). Menarsela orgogliosamente di riuscire a riempire finalmente tutto il reggiseno senza lasciare crateri vuoti qua e là, ma rimpiangere in fondo quei due mandarini cinesi che si hanno tutto il resto del mese. Piccolini ma almeno indolori
  4. “Amore ti porto il caffè a letto? Vuoi anche due fette biscottate e un po’ di marmellatina?” “Senti amore del mio cuore, se non ti presenti qui tra dieci minuti con un Kebab completo con patatine fritte, una coca cola e una fetta di cheesecake ai frutti di bosco puoi anche prendere le tue cose non farti più vedere in questa casa, CAPITOOOOOOOO?!”
  5. “Ogni cosa che direte potrà essere usata contro di voi.” Nemmeno un sincero come stai bene con quelle scarpe ci farà credere che lo pensiate davvero. Non parliamo poi del fatto che avete visualizzato ma non risposto su whatsapp perché eravate in riunione, niente da fare iniziate a costruirvi un alibi o vi conviene non tornare a casa
  6. Ascoltare a ripetizione le playlist di Adele e Lana Del Rey, giusto per non farsi mai mancare un po’ di sana dirompente allegria. Una p r e s a m m a l e assurda per intenderci
  7. Avere come unico motto “Mai una gioia” anche se avete appena vinto 100 € al gratta e vinci, scansato una cacca di piccione sul vostro cappotto nuovo in piazza Duomo, evitato una multa per parcheggio in tripla fila sulla macchina di Lapo Elkann. Niente, tutto avrà solo una sfumatura negativa, non provate a convincerci del contrario potremmo staccarvi un braccio a morsi
  8. “Faccio schifo con tutto, non ho niente da mettermi”. Non importa se dal vostro armadio saltano via le viti da quanto è pieno, in quei giorni anche quel fighissimo abitino di Prada per il quale avete speso la quattordicesima del vostro ragazzo, vi farà schifo. Vi starà largo, poi stretto, poi troppo lungo, no anzi troppo corto, no ma guarda qui che rotolini mi fa, oddio al rogo subito!
  9. “Amore cos’hai?” – “Niente” -“Sei arrabbiata con me?” – “No però ti odio, sei uno stronzo” – “…” – “No, anzi scusami lo sai che ti amo, vieni qui abbracciami” – “…” – “Oh ma chi ti ha detto di avvicinarti? Pensi che voglia dartela, beh ti sbagli di grosso!” – “…”
  10. Realizzare che l’eruzione vulcanica di quei malefici brufoletti è pressoché inevitabile. Potremo anche bere cocktail a base di Topexan ma loro usciranno ugualmente e dovremo cospargerli di acqua santa per sperare che vadano via prima di quell’evento importante.

Potrei continuare all’infinito ma recentemente mi rincuora aver scoperto che anche gli uomini soffrono di questa sindrome.

Il professor Peter Schlegel, presidente del dipartimento di Urologia alla New York-Presbyterian and Weill Cornell Medicine, sottoscrive e conferma: “gli uomini hanno dei cambiamenti ormonali straordinariamente simili. I livelli di testosterone in uomini giovani possono variare anche molte volte in uno stesso giorno. Ciò che è poco chiaro è come questi livelli mutino di giorno in giorno e di settimana in settimana”.

Tiè, finalmente anche la scienza ammette che non siete solo voi a doverci sopportare con le nostre paturnie, quindi non smettetela di fare le vittime.

La sindrome premestruale può avere effetti collaterali anche gravi, leggere attentamente il foglietto illustrativo, tenere fuori dalla portata degli amici, del fidanzato, dei colleghi, dei genitori.”

Bisous

PFTB

 

Patrizia Mastrilli

Ho 28 anni ma non li dimostro, infatti nei locali mi chiedono ancora la carta d'identità per gli alcolici.
Sono una Pendolare Milanese sull'orlo di una crisi di nervi.
Su Linkedin si dice che io sia Account Manager, quella roba lì per nativi digitali impossibile da spiegare ai genitori.
Non posso fare a meno di tutto ciò che è Social, della Pizza al prosciutto e dei Libri, che ormai incurvano le mensole di casa e allentano i manici delle borsette.
Spotify sempre acceso mentre scrivo e sogno una vita nella Parigi bene. Magari in una maison di mattoncini LEGO che si affacci direttamente sulla Senna.

Da non perdere!

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