“Da piccolo volevo fare il calciatore ma mio papà mi bocciò l’idea, così decisi di buttarmi sulla musica”. Inizia così la carriera di uno fra i cantautori più amati dal pubblico italiano, Umberto Tozzi. “Cominciai a scrivere canzoni senza pensare di cantarle, il mio sogno, quello di giocare a calcio, era appena stato distrutto e non avevo più niente da perdere”. Note e parole ispirate alle note anglosassoni dei Beatles e destinate a diventare storia: “Ero un ragazzo timido e la mia voce non mi piaceva, poi, dopo averla ascoltata, mi convinsi che potevo cantare. Alfredo Cerruti, grande direttore artistico di allora, mi disse: ma perché non te le canti? E così mi convinsi”. Qui inizia la sua storia dove “la scelta del suono e della parola, vale più del concetto”. Oltre quarant’anni di musica che Umberto Tozzi festeggia oggi, mercoledì 28 ottobre, con l’uscita di un nuovo album: Ma che Spettacolo.
“Ma che Spettacolo è una visione del mondo al negativo. È quello che vediamo in TV e leggiamo sui giornali. Il motivo? Sono scosso da tutto quello che succede intorno a noi. Soprattutto ai bambini. Pensate all’Afghanistan dove invece dei giocattoli ricevono in dono un fucile. Tutto questo è molto forte”. A chi paragona il nuovo album a Si può dare di più, l’artista ribatte: “Sono due cose molto diverse. Lì c’era una speranza che adesso non c’è più”. Tra i temi più caldi del nuovo disco, quello delle donne. Donne al potere, donne madri, donne con cervello che spesso, troppo, non vengono considerate, soprattutto in paesi come l’Africa. Tra i brani più rappresentativi c’è invece Hammamet: “E’ tra i miei preferiti, è nato dalla mia frequentazione con Bobo Craxi, figlio di Bettino. Con lui ho avuto l’opportunità di conoscere posti e culture bellissime. E’ un grande chitarrista, abbiamo passato serate stupende a suonare insieme senza mai parlare di politica”. Ma le parole più belle sono per L’ultimo viaggio, disco numero 12: “è un pensiero vero che spero di poter portare nell’aldilà insieme alla persona che ho sempre amato e che mi ha amato come mai nessuno”.
Umberto Tozzi, volto storico della musica italiana, amato da tutto il mondo, è pronto per questa nuova sfida: “Ancora oggi nel mondo ascoltano le mie canzoni, questo significa che il mio repertorio – senza presunzione – è un repertorio leggendario”. I testi delle canzoni prendono vita dalle sue esperienze e dal suo girovagare per il mondo “sono in tournèe da 20 anni” e la sua musica sembra non aver perso nemmeno una nota: “solo il mio repertorio riesce a raccogliere tre generazioni! E’ difficile da realizzare, ci vuole talento e un po’ di fortuna. Nella mia epoca ci sono stati tanti cantautori che hanno scritto pagine di storia bellissime”. Tra i ricordi più belli c’è sciuramente Alfredo Cerruti, per tanti artisti dell’epoca, quasi un papà: “Alfredo era un po’ come la nostra famiglia, ci aiutava tantissimo. Le cose erano molto diverse rispetto ad oggi in cui per i giovani è molto più difficile emergere. I talent show poi non aiutano i ragazzi che spesso si trovano ad affrontare questa avventura da soli con una discografia inesistente e in mano a produttori che li producono per fare business”. I tempi cambiano e così il modo di fare musica. Quel Ti amo inciso nel 1977 lascia spazio a Sei tu l’immenso amore mio con la stessa volontà di descrivere l’amore immenso, vero, eterno, verso la donna amata.