Senso di fatica, peggioramento dell’umore, nervosismo incalzante e difficoltà a concentrarsi. Anziché permettere un riposo più corposo, grazie allo spostamento delle lancette un’ora indietro alle 3.00 del mattino, il ritorno dell’ora solare fra sabato 24 e domenica 25 ottobre porterà, secondo i dati di una ricerca di Coldiretti, circa 12 milioni di italiani a soffrire notevoli disagi dal punto di vista del benessere fisico ed emotivo. Il cambio dell’ora sarà quindi deleterio per la salute di molti italiani e gli effetti negativi colpiranno i “gufi“, le persone che prediligono coricarsi alle ore piccole, e soprattutto le “allodole“, che amano godersi le prime ore di luce del giorno.
La spiegazione agli effetti negativi di questa convenzione sociale che risale agli inizi del ‘900, e alla necessità di ottimizzare le risorse energetiche, si può ricavare dalla “cronobiologia”, una branca della biologia che studia i fenomeni ciclici presenti negli organismi viventi. Anche il corpo umano, come quello di piante e animali, risponde ad un complicato meccanismo di orologi interni, le cui lancette ticchettano seguendo un ritmo che, se alterato, fa inceppare l’intero sistema. Alcune personalità molto sensibili in questo periodo iniziano a soffrire di un vero e proprio disturbo, la SAD “Seasonal Affettive Disorder”, la depressione stagionale i cui effetti stanno per essere acuiti proprio dal ritorno dell’ora solare in programma il prossimo fine settimana: gli italiani che ne soffrono secondo gli ultimi studi sono oltre 3 milioni e, nei casi più gravi, queste persone possono manifestare problemi ben più gravi come l’alcolismo e l’uso di sostanze stupefacenti.
Lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, spiega: “Le attività ormonali e cerebrali che regolano il sonno e le malattie dell’umore hanno una ritmicità sia giornaliera che mensile e annuale. Molte teorie derivate da evidenze scientifiche suggeriscono che la depressione sia proprio la malattia dei ritmi biologici: una loro alterazione precipiterebbe i meccanismi che generano la sindrome depressiva, fatta infatti non solo di mal di vivere, pessimismo, sensi di colpa e apatia ma anche di sintomi prettamente fisici e anche più intuitivamente riconducibili ai ritmi circadiani: insonnia, inappetenza, un’oscillazione della gravità della sintomatologia nel corso della giornata“. Esistono ulteriori e approfonditi studi che documentano un cambiamento della qualità del sonno, non solo della durata e della percezione di benessere durante il giorno. Secondo recenti statistiche inoltre in questi periodi dell’anno aumentano notevolmente gli incidenti stradali, verosimilmente legati a una minore capacità di concentrazione e ad un maggior rischio quindi d’incorrere in disattenzioni fatali.
“L’effetto del cambio di orario sulle persone può variare molto da persona a persona, soprattutto in funzione del loro essere costituzionalmente più “gufi” o “allodole“: le persone “gufo” tendono ad essere quindi animali notturni, che prediligono lavorare ed essere attivi alla sera, mentre le personalità riconducibili al profilo “allodola” sono mattiniere e solitamente rendono maggiormente proprio nelle prime ore della giornata. A risentire di più del ritorno all’ora solare sono però le persone mattiniere, le allodole, i cui ritmi crono-biologici vengono maggiormente scombussolati in questa fase dell’anno. E’ inoltre nell’esperienza di chi soffre di ansia e depressione riscontrare un peggioramento dei sintomi proprio in questo periodo dell’anno, momenti in cui è sempre poco indicato fare cambi di terapia, anche se sarebbe ora di sospendere i farmaci per il raggiunto benessere, rimandando tali cambiamenti ai periodi di maggiore stabilizzazione stagionale”.
Ecco infine gli 8 consigli del dottor Michele Cucchi per superare questa fase difficile senza alcun problema:
- CONOSCERE IL PROPRIO PROFILO E’ IMPORTANTE
Innanzitutto va verificato se effettivamente abbiamo un profilo da guro o da allodola, perché in quest’ultimo caso dovremmo risentire maggiormente dell’ora solare e, solo successivamente, capire come affrontare il disagio con l’aiuto di un esperto.
- ABITUIAMOCI UN PASSO ALLA VOLTA
E’ importante poi aiutare a risincronizzare i ritmi circadiani provando ad andare a letto prima nei gironi immediatamente prima del cambio dell’ora e alzandoci un po’ più presto nello stesso weekend, allenandoci così gradualmente al cambiamento, che altrimenti patiremo con più forza il lunedì successivo.
- MUOVERSI FA BENE
Gli effetti ormonali di questi cambiamenti vengono attenuati dall’attività fisica aerobica, consigliabile in questo periodo a chi non soffre di pericolosi fattori di rischio cardiocircolatori.
- VIETATE LE ABBUFFATE
Non dimentichiamoci di mantenere uno stile alimentare fatto di pasti leggeri e non di cedere alla naturale iperfagia che si può presentare come elemento a corollario di questa sindrome, indotta da un meccanismo di compenso neurobiologico.
- COPRIFUOCO PER LE ALLODOLE
Le allodole dovranno abituarsi gradualmente all’aumento di luce la mattina, evitando di buttarsi subito a sfruttarla completamente, ritirandosi invece, un po’ prima, la sera rispettando i ritmi precedenti al cambio di stagione.
- UNA LAMPADA PER TORNARE A SORRIDERE
Persone particolarmente sensibili a questi cambiamenti possono giovarsi di una specifica terapia naturale che consiste nella risincronizzazione dei ritmi circadiani mediante esposizione, in determinate fasce orarie della mattina, a luce brillante indotta da specifiche lampade, che permettono un effetto di generazione di un’alba artificiale.
- VIETATO LO SPUNTINO DI MEZZANOTTE
Mangiare prima di andare a letto potrebbe causare notevoli disagi per quanto riguarda le ore di sonno: lo psichiatra consiglia quindi di mangiare leggero la sera resistendo ai morsi della fame.
- IL MATTINO HA L’ORO IN BOCCA
Fare attività fisica al mattino presto sfruttando le ore di luce è l’ideale per chi non vuole subire gli effetti del ritorno all’ora solare: la sveglia all’alba, seguita da una sessione di movimento, aiuta a superare gli effetti dei malesseri stagionali.