12 Settembre 2015

Prima tv per “Sole a catinelle”, il film più visto della storia

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Prima tv per "Sole a catinelle", il film più visto della storia

Sole a catinelle“, il terzo film di successo di Checco Zalone, arriva in prima tv lunedì 14 settembre in prima serata su Canale 5.

Checco è un cameriere d’albergo di 36 anni con la passione per l’alta finanza: è sposato con l’operaia Daniela e ha un figlio di 10 anni, Nicolò, ragazzino molto intelligente e dotato. Proprio nel giorno in cui la consorte perde il lavoro a causa della chiusura della fabbrica, Checco si licenzia dal suo impiego perché lo reputa poco stimolante e si mette alla ricerca di un’occupazione più redditizia: alla fine trova impiego come venditore porta a porta presso un’azienda che vende aspirapolveri. All’inizio le cose vanno molto bene, perché Checco vende aspirapolveri a tutto il suo enorme parentado: con i soldi delle commissioni compra a rate oggetti molto lussuosi e conduce una vita da nababbo.

A un certo punto però i parenti finiscono, il giovane “rampante” non ha più clientela per i suoi aspirapolveri e non riesce quindi a rispettare i suoi impegni di pagamento, pertanto tutte le sue proprietà gli vengono pignorate. Umiliata ed arrabbiata per questa situazione, la moglie lo caccia di casa e va a vivere dai suoi genitori portando Nicolò con sé.

A fronte degli 8 milioni di euro di budget, il film ha riscosso un enorme successo di pubblico. Soltanto nei primi quattro giorni di programmazione il film (distribuito in 1250 copie) ha incassato più di 18,6 milioni di euro con più di 2,7 milioni di biglietti venduti, risultando il miglior incasso cinematografico in Italia del 2013. In sette giorni incassa 23 milioni di €.

Dopo 11 giorni di programmazione (dal 31 ottobre al 10 novembre 2013), il film ha incassato circa 34,55 milioni di euro[ con quasi 5,2 milioni di biglietti venduti. Il 16 novembre 2013 il film raggiunge 40 milioni di euro. In soli 18 giorni di programmazione (dal 31 ottobre al 17 novembre 2013) il film incassa 43,795 milioni di euro circa con circa 6,8 milioni di biglietti staccati, superando così gli incassi del precedente film di Zalone Che bella giornata divenendo dunque il film italiano di maggior successo commerciale di sempre e il terzo miglior incasso di sempre.

Secondo alcuni critici uno dei punti di forza del film è rappresentato dalle numerosissime gag e dalle «canzoncine», frequenti nei film di Zalone, che contribuiscono a creare un’atmosfera leggera e ironica. Sul Giornale il film viene definito «uno scacciapensieri travolgente e dissacrante». Alcune testate definiscono il film uno one-man-show, considerando la figura di Zalone come centrale ed indispensabile all’interno della pellicola. Secondo Il Sole 24 ORE questo film ha il merito di aver dimostrato che si può ridere anche di un periodo di crisi finanziaria, annullando la definizione dell’economia come “scienza triste”. Il quotidiano economico definisce la pellicola «la favola divertente dell’Italia che vuole girare pagina» Panorama recensisce il film accentuando il fatto che «fa ridere tutti di gusto pieno e verace, sonoramente e all’unisono, senza vergogna».

Su Repubblica si parla di «ironia tagliante di Zalone», che «si scaglia contro molti ambienti: quelli cinematografici, quelli industriali, quelli radical chic (vegani, dediti allo yoga e all’ippoterapia), quelli filantropici». Sul Corriere della Sera Paolo Mereghetti ha criticato la tendenza di Zalone a seguire lo stile cinematografico di Totò. Nello stesso articolo viene giudicato negativamente anche il sistema dei personaggi del film che risulterebbe, a detta del critico, troppo incentrato sulla figura del protagonista. Il Fatto Quotidiano ha criticato Sole a catinelle perché «ci restituisce un’Italia com’è e non come dovrebbe essere», e ha respinto qualsiasi paragone tra Zalone e Totò o Alberto Sordi, giudicando negativamente il successo della pellicola («fa tristezza»). In un articolo pubblicato sullo stesso giornale viene affermato che, nonostante il successo riscosso, non si possa assolutamente parlare di «rinascita del cinema italiano».

Su La Stampa Zalone viene definito «campione di umorismo trash» mentre il film viene inteso come un avvicinamento al «segmento più scontato del filone commedia all’italiana Anni Duemila». L’Espresso parla della pellicola come espressione del «populismo solare»: il film vuole colpire «le categorie del ricco, del colto, del raffinato», che «vengono messe in un solo grande mazzo e continuamente bersagliato […] a tutto vantaggio di un pubblico che, in tempi di crisi, è particolarmente disposto a detestare i privilegi, dunque a deriderli». Secondo il critico Zalone, nei suoi film, diventa una sorta di «supereroe del popolo» che esprime una comicità «antidepressiva» ma, per sua stessa natura, povera di valori. Il quotidiano il manifesto elogia Checco Zalone, annoverato tra «i comici popo­lari scip­pati dalla destra alla sini­stra», e la sua pellicola Sole a cati­nelle, nella quale «si vedono delle ban­diere rosse e si parla dei risul­tati di vent’anni di ber­lu­sco­ni­smo». Il giornalista aggiunge che «in nes­sun film ita­liano degli ultimi anni si è mai ten­tata una cosa simile. Né si è mai osato di par­lare di comu­ni­smo e di fab­bri­che occu­pate».

Il film è prodotto da Pietro Valsecchi e distribuito da Medusa.

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