12 Agosto 2015

8 italiani su 10 scelgono anche in vacanza i giochi di una volta

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8 italiani su 10 scelgono anche in vacanza i giochi di una volta
Foto Flickr

Il gioco, momento caratterizzante della fase della crescita, ricopre un ruolo prioritario nella creazione delle nuove relazioni, nel consolidare quelle esistenti e nell’allenamento della mente anche per gli adulti. Nonostante questo aspetto della vita di ognuno stia subendo una rivoluzione, diventando territorio esclusivo degli ultramoderni svaghi tecnologici come console, cellulari e pc, 8 italiani su 10 scelgono anche in vacanza di divertirsi e rinsaldare i rapporti sociali attraverso i giochi di una volta. Oltre al valore socializzante della pratica dei passatempi tradizionali (72%), milioni di persone li prediligono perché rappresentano il modo migliore per conoscere se stessi e gli altri (46%), per stimolare capacità come attenzione, concentrazione e competitività (34%) e maturare globalmente come persone (21%). Sul podio dei giochi di una volta ricordati con più affetto e nostalgia il biliardino (74%), le freccette (53%) e le carte (49%).

È quanto risulta da uno studio promosso da Gingerino condotto su oltre 1200 italiani, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 60 anni, realizzato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, in occasione del Gingerino Mix Tour, una campagna per ritornare a giocare insieme, riscoprendo il valore delle relazioni umane e il piacere del divertirsi condividendo un momento di svago semplice e spensierato.

Gingerino è da sempre simbolo dell’aperitivo come momento di aggregazione, socialità e svago – spiega Erika Tuniz, brand manager Aperitivi del Gruppo Sanpellegrino – Per festeggiare il lancio del nuovo Gingerino Mix abbiamo dunque voluto lanciare un tour che, come una vera e propria campagna, vuole riportare al centro il valore della socializzazione e l’importanza delle relazioni. E con questo studio abbiamo voluto sondare come i giochi ‘di una volta’ sono capaci di rompere barriere e far riscoprire il piacere di divertirsi in modo semplice e genuino”.

Se per l’UNESCO il gioco costituisce una vera e propria espressione della cultura umana e popolare, fino al punto di dedicargli una “Carta Internazionale del Gioco”, a maggior ragione questo rappresenta un patrimonio imprescindibile da salvaguardare e tramandare alle future generazioni. PC, videogames e smartphone stanno però man mano monopolizzando ogni momento ludico e di socializzazione dei più giovani, rischiando di cancellare per sempre nella memoria delle nuove generazioni un patrimonio di grande rilevanza storico-sociale.

Ma come raggiungere questo scopo? Ritenuti una leva educativa più forte rispetto ai moderni intrattenimenti dal 78% degli intervistati, secondo 6 italiani su 10 per essere tramandati i giochi tradizionali vanno proprio insegnati ai più piccoli in tenera età, mentre per il 54% del campione è importante organizzare e partecipare attivamente a festival, mostre e dimostrazioni di queste usanze tradizionali; per il 45% delle persone infine questi temi andrebbero diffusi anche attraverso appositi corsi e scuole dove si insegnano i giochi di una volta, utili a diffondere e tramandare questo bagaglio culturale.

Anche gli esperti confermano l’importanza dei giochi tradizionali, rivelandone valori e peculiarità fondamentali: “E’ davvero fondamentale sostenere, tramandare e valorizzare il gioco tradizionale – spiega Francesca Antonacci, docente di Pedagogia del gioco presso l’Università Milano-Bicocca – Il motivo principale risiede nel fatto che in esso si possono rintracciare delle preziosissime dimensioni culturali invarianti: ad esempio la condivisione degli spazi pubblici, il legame con il festivo, la sopravvivenza di spazi e tempi regolati nei quali esercitare in modo protetto la sfida e la competizione tra gruppi, in modo che non emerga il lato distruttivo dello scontro, ma quello sportivo e collaborativo. Il gioco può servire ad unire e far dialogare le generazioni, è un luogo straordinario utile a connettere le persone unite da uno sguardo ludico, appassionato e colmo di leggerezza. Unisce le generazioni perché appartiene a una disposizione d’animo più che a una età anagrafica. Detto ciò non dimentichiamo che anche gli adulti dovrebbero riservare una porzione maggiore del loro tempo al gioco in moda da conservare in tutte le età della vita la leggerezza necessaria per saper connettere esperienze e situazioni in modo creativo e intuitivo, per saper scherzare anche con le cose più serie e trasformare la realtà con l’immaginazione, rendendola più comprensibile e più felice”.

 

Emerge quindi la tendenza a riscoprire e diffondere i giochi tradizionali, che ancora oggi rappresentano un modo unico per unire le generazioni e far tornare a vivere i luoghi d’aggregazione delle città. Ma quali sono i luoghi principi dove stanno tornando in auge questi svaghi? Al primo posto, come vuole la tradizione, proprio le piazze (75%), vero cuore pulsante dei centri abitati, seguiti da bar e locali (69%), sempre più spesso dotati di aree gioco con apposite postazioni, e dalle ludoteche (44%), presenti in sempre più città, ma senza dimenticare le spiagge (42%).

 

Ma quali sono i giochi di una volta ancora oggi praticati e apprezzati in ogni parte d’Italia? Se al primo posto il biliardino è per distacco il passatempo preferito dagli italiani (74%), sul secondo gradino del podio si piazzano le freccette (53%), mentre la medaglia di bronzo va alle carte da gioco, evergreen senza tempo (49%). Molto apprezzati anche i giochi in scatola, come il Monopoli (41%) e il Subbuteo (40%), e i tipici svaghi da piazza, come il nascondino (38%), la campana (35%) e le biglie (23%).

 

Oltre alla dimensione ludica, esiste infatti anche quella educativa, un tema molto sentito nel Belpaese. Secondo 8 italiani su 10 infatti i giochi di una volta sarebbero più educativi di quelli moderni, ma per quale ragione? Per l’85% delle persone i giochi tradizionali insegnano a convivere con gli altri e a rispettarli, mentre al giorno d’oggi si tende eccessivamente al gioco solitario e alienante davanti a uno schermo. Una consistente percentuale (71%) ritiene invece che divertirsi per le strade e le piazze allena oltre che il fisico anche il cervello, stimolando abilità quali la capacità di adattamento, la creatività e la competitività. Un ultimo aspetto da tenere in considerazione secondo il 43% degli italiani è la totale assenza di violenza e oscenità nei passatempi di una volta.

 

Dall’indagine risulta altresì evidente che il tempo da dedicare al gioco in famiglia o tra amici è sempre più risicato. Impegni quotidiani (88%), lavoro (76%) e preoccupazioni dovute alle difficoltà economiche (53%) riducono il tempo da dedicare allo svago, magari in compagnia di figli e nipoti. Circa un italiano su 2 (53%) infatti non riesce a trovare nemmeno 15 minuti al giorno da dedicare al gioco. La percentuale scende al 35% per chi può dedicare al gioco fino a due ore alla settimana, mentre i fortunati che possono divertirsi anche per più di un’ora ogni giorno rappresentano solamente il 12% del totale.

 

L’importanza che ricopre la dimensione ludica nella vita delle persone emerge anche da un altro dato, quello sul primo ricordo che torna alla mente ripensando alla propria gioventù. Il primo pensiero del 75% delle persone va infatti a rispolverare i giochi praticati durante l’infanzia, mentre il 68% si sofferma sulle prime vacanze fuoriporta. Molto gettonate anche le prime gite scolastiche (22%), i giochi con gli amici per strada (20%) e le marachelle fatte a fratelli e cugini (17%).

Foto | Flickr

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