17 Luglio 2015

Intervista a Camillo Scoyni

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Intervista a Camillo Scoyni

E’ nato a Roma e la sua adolescenza è stata contaminata da musica, impegno sociale e da tanto studio. Camillo Scoyni è autore televisivo e si occupa di politica ed economia per il “contenitore” che da il buongiorno agli italiani su Raiuno, “Unomattina”. La sua più grande passione rimane il giornalismo e sostiene che “la scrittura è il modo per maneggiare la vita”. Adora i libri gialli, i thriller perché sostiene Scoyni “danno brividi, tengono attaccati alle pagine e forniscono anche tante informazioni, su come sono fatti gli uomini e su come va il mondo”. Dopo averne divorati centinaia ne ha scritto uno,”Il Male sulle scarpe”, edito dalla Tullio Pironti. Definito in una recensione: “Un libro che pone il lettore appassionato davanti a una scelta difficile, perché non avrebbe sfigurato per nulla in una collana di classici come i “vecchi” Gialli Mondadori oppure in quella di fantascienza pura come “Urania”.  Era il suo sogno e da un sogno è nato il libro, il finale gli è arrivato come un dono una mattina, mentre dormiva, chiaro come un film.

Camillo, spontaneamente viene da chiederti ma tu sogni tanto quando dormi ?
In verità dormo pochissimo (sorride nrd), da quando i vagiti dei figli mi hanno svegliato la prima volta… la mattina scatto subito, sono come una bomba di adrenalina, apro gli occhi e sono in piedi!

Ma adesso i tuoi figli hanno 23 e 21 anni.
Si e sono la mia soddisfazione più grande. Si chiamano Flavia e Federico e devo ammettere che, negli anni, non mi hanno più fatto perdere questa l’abitudine di dormire poco. E poi adesso con il mio lavoro ho la sveglia alle 5.20. Bevo due caffè e “riprendo conoscenza”, corro subito a Saxa Rubra, sede della Rai da dove va in onda la mia trasmissione: io all’alba sono al già al “massimo” mentre altri ancora si stiracchiano a letto.

Ma è con questi ritmi che hai scritto un giallo, un noir, un thriller che è anche un romanzo…
In realtà l’avevo scritto prima, quando ancora avevo la sveglia  alle 7,30 e pensavo di svegliarmi prestissimo. Ho impiegato un po’ di tempo e in quel periodo avevo parecchi conti da regolare con il mondo.

E  adesso?
Li ha regolati grazie all’aiuto di Enrico Vaciago, il dirigente di polizia, protagonista del mio thriller, che si trova a inseguire gli individui più strani e feroci che la cronaca gli mette sulla strada. Va alla caccia di un omicida invasato che uccide un gioielliere colandogli oro fuso in bocca per aumentare il livello di sofferenza.  Il motivo c’è, ma all’inizio sembra davvero un folle, con un movente incomprensibile. Poi seminerà il panico in città, colpendo ancora, e Vaciago a corrergli dietro, per fermarlo il prima possibile, con la sua squadra “antimostro”

C’è sempre una motivazione per tutto quello che si fa, anche in chi uccide?
Uccidere senza movente e senza guadagno è la ricetta del delitto perfetto; ma perché lo dovresti compiere? Una motivazione ci deve essere sempre sennò non si è neanche folli. Si è oltre, si entra nella categoria del mostro.

E il tuo killer va oltre?
Non è soltanto mio, è il mostro che cammina accanto a tutti noi. Città e provincia sono nervose, creano stress e rapporti incidentali che ci spingono all’incomprensione. E questa  genera rabbia, la crisi incide, moltiplica le occasioni di fastidio. E se – come nella trama del “Male sulle scarpe” – c’è in ballo una scoperta fondamentale per il futuro, che può cambiare i destini del mondo, il controllo della diffusione dell’energia, il potere di indirizzare la conoscenza. Qualcuno può anche impazzire, ma troverà cento, mille altri, spinti da interesse o ambizione  che saranno interessati ad andargli dietro per impossessarsi della conoscenza. L’investigatore dovrà fare i conti anche con gli appetiti di chi vuole mettere le mani su una formula preziosa.

E anche con questi se la dovrà vedere il dottor Vaciago?
Con loro e con una burocrazia lenta e farraginosa che tiene tutto fermo, il suo obbiettivo è la stabilità, anche nell’orrore.

E tu hai sognato come risolvere il caso…
Avevo il materiale, buttato lì notte dopo notte, improvvisamente ho sognato la fine del romanzo. Sai quando ti svegli per caso, di soprassalto e ti ricordi il sogno vivo, come fosse adesso? Tra quello che avevo scritto ho ritrovato i personaggi e la trama. Non è stato facile come, invece, racconto ma il mio libro giallo c’era. Non mi è restato che scriverlo.

Non mi dire che hai sognato anche le profezie di Basilio di Kronstadt dove il tuo libro finisce per portarci in misteriose e affascinanti dimensioni parallele
Quelle sono vere e inquietanti, sono di un monaco russo del 1700 che descrive il mondo di oggi, i danni dei cambiamenti climatici, la crisi delle valute, le migrazioni dei popoli dall’Africa all’Europa, senza sapere minimamente il significato di parole come “ecologia”, “mercato” o “globalizzazione”.

Il protagonista negativo è ossessionato dalle profezie e dalla Bibbia. La vicenda dell’oro fuso usato per uccidere ricorda un passo del Libro
Si, l’Esodo e l’episodio del Vitello d’oro. Gli Ebrei, nel deserto per anni, stanchi di aspettare che Mosé scendesse dal Sinai con le tavole della legge che avrebbe rappresentato la chiusura del patto con Dio fusero tutto l’oro che avevano e ne fecero un idolo da adorare al suo posto. Yahweh voleva sterminarli, ma Mosè e Aronne mediarono, sedarono la rivolta e punirono i responsabili con questo supplizio. Sono simbolismi molto forti, e se qualcuno si sente talmente ispirato da mettersi da pari a pari a parlare con Dio… Beh, il risultato è una strage!

Ci sono altri richiami biblici?
Si, con altri passaggi affascinanti  come l’attraversamento del Mar Rosso e il miracolo della “manna”, sostanza che pioveva dal cielo ogni notte, per quaranta anni, per sfamare il popolo di Dio. Ne potevi prendere soltanto quello che ti serviva per nutrirti, se ti azzardavi a raccoglierne di più andava a male e si disfaceva in un attimo.

Racconti anche la storia della nascita della fisica dei quanti, un altro fulcro attorno al quale si snoda il romanzo.
Quella viene da altre letture e altre passioni. Ma se sembra lontana da noi, invece ci facciamo i conti tutti i giorni, quando usiamo il cellulare, il televisore al plasma, il computer e quindi i social network. I quanti sono vicinissimi a noi che ne sappiamo poco, ho voluto trasmettere il mio stupore nello scoprire queste cose e le ho volute raccontare

Camillo Scoyni si riconosce in quello che scrive?
Mi vedo intorno la confusione mentale che spinge il “cattivo” a perdere il controllo, ma sono meno organizzato dell’investigatore. No, la storia ha preso vita per conto suo, è la vita vera, con le sue contraddizioni e i suoi tempi. E sono tempi veloci. Perché il poliziotto Vaciago dovrà correre molto per arginare l’assassino e fermare la strage. E contro avrà tutta la burocrazia che preferisce che il tempo passi, la situazione si stemperi…  che si dimentichi tutto quello che è successo. Vaciago ha un nemico ben definito, e tanti altri sfumati, tra quelli che dovrebbero aiutarlo

Ma ha anche degli alleati.
Sa fare squadra, e questo gli consente di avere tanti uomini fidati. Gli fanno da compagni di avventura una architetto avvenente e con una personalità sfuggente, un esorcista illuminante e un capitano dei “servizi” pronto a spianare la strada all’azione nei momenti più critici. E’ il segreto del successo anche nel lavoro di tutti i giorni. E nella famiglia. Se si gioca tutti in squadra le cose funzionano, sennò è un inferno.

Sullo sfondo un dedalo di strade al centro della Capitale, nel cuore politico ed economico di Roma tra il borghese quartiere Prati e il Pantheon.
Pur vivendoci da sempre, ho trovato una Roma segreta, lì dove calpesti i sampietrini tutti i giorni. Avvolgente e capace di dettare i tempi dell’azione: non poteva non essere quella la scenografia ideale per un thriller. Chi ci vorrà stare dentro scoprirà molte curiosità poco risapute.

Conti di avere successo?
Diciamo che il primo milione di copie lo venderò col prossimo libro, se ci sarà !! Per ora non mi faccio illusioni. Faccio qualcosa di diverso, che per me è importante. Io, giornalista, che vede il giorno dopo quello che ha scritto e che dopo due giorni ci può incartare le uova, ho scritto qualcosa che rimane e spero che regali a chi lo leggerà tanti brividi e tanto divertimento. E sogno ancora un film, una fiction per Vaciago.

Come sarà l’estate di Camillo Scoyni ?
Intanto andrò in giro per l’Italia a presentare il mio libro e avrò così il piacere di ammirare dei luoghi bellissimi. A metà luglio riprenderò a lavorare a “Uno Mattina Estate” e spero presto di fare una bella vacanza “last minut”, senza pianificarla in modo che possa divenire una vera e propria avventura.

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Da non perdere!

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