3 Maggio 2015

Il “post vacation blues” è in agguato per 6 milioni di italiani dopo il ponte

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Michele Cucchi a Balotelli: “Torna a casa Mario, questo è il momento giusto” -

Terminato il tanto agognato ponte del 1° maggio che, secondo i dati diffusi da Federalberghi, ha visto oltre 6 milioni di italiani concedersi una mini-vacanza lontano dalla routine delle proprie città, è tempo di tornare al lavoro. Un rientro che però è minacciato dal ‘post vacation blues’, il famigerato stress da rientro individuato dai ricercatori dell’Università di Granada che, secondo l’ISTAT, colpisce un italiano su 10. Per molte persone quindi i giorni del rientro potrebbero rappresentare un momento di ansia e depressione, amplificato dalle innumerevoli commissioni accumulate nei mesi precedenti e dalla crisi economica e occupazionale. A spiegare come s’innesca questo pericoloso meccanismo e come vincere lo stress da rientro è lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, che suggerisce alcuni pratici accorgimenti per tornare alla routine quotidiana senza troppi fastidi.

Il rientro al lavoro dopo un periodo di vacanza può effettivamente creare disagio, alcuni studi suggeriscono infatti che addirittura sia il 50% dei vacanzieri a soffrirne – spiega il dottor Michele Cucchi – Questo stress da rientro spesso consiste in un senso di spossatezza, che porta con sé difficoltà di concentrazione, emicranie, sensazione di confusione e stordimento. Ma non è tutto, possono insorgere infatti ulteriori problematiche come l’attivazione neurofisiologica con tachicardia, ipersudorazione, dolori muscolari, oltre che sintomi a maggior connotazione affettiva come perdita di entusiasmo, irritabilità, rimugino e chiusura relazionale”.

Basta quindi un lunedì lavorativo dopo il ponte per far svanire i benefici del riposo appena goduto, come ha dimostrato una ricerca della ‘Radboud University’ nei Paesi Bassi. Gli studiosi hanno chiesto al campione di ricerca preso in analisi di evidenziare il personale stato di benessere generale due settimane prima delle vacanze, in vacanza e due settimane dopo il rientro: i risultati hanno rivelato che i livelli di soddisfazione psicofisica sono andati in picchiata una volta rientrati sul luogo di lavoro.

Ma perché nasce questa problematica al rientro dalle ferie? “Per alcune persone la vacanza significa annullare l’inerzia dell’abitudine, quella che ci porta a fare tante cose in modo automatico, in una specie di trance agonistica sempre di corsa. Al rientro dalla vacanze possono sorgere spontanee domande come ‘perché faccio tutto questo?’, mettendo in discussione quelle abitudini che non sono il consolidamento di comportamenti adattivi, come dovrebbero essere le abitudini appunto, ma il frutto di una vita forse troppo freneticamente all’inseguimento di aspettative e ritmi più subiti che voluti. I sintomi però hanno una dimensione fisica oltre che psicologica. Non è solo un problema di vissuto e di atteggiamento mentale, ma anche di “omeostasi cerebrale”; è come se il nostro cervello avesse dimenticato alcuni schemi che riproduceva “a memoria” consentendoci efficienza e velocità, e va in panne momentaneamente nel tentativo di ritrovarli”.

Secondo il dottor Cucchi esistono anche profili maggiormente abitudinari, che subiscono meno le variazioni di routine: “Le persone che vivono di regolarità, che non amano le novità, si sentiranno bene nel tornare ai vecchi ritmi e abitudini, che sono il rifugio da ansia e insicurezza, individui che potremmo definire dei ‘diesel’. Le persone ambiziose e competitive tendono invece a risentirne maggiormente; sono “motori da corsa” che fanno fatica a tornare al concetto di abitudine. Il post vacation blues in ogni caso è un passaggio fisiologico che svanisce in pochi giorni. Il nostro organismo è infatti progettato per adattarsi rapidamente al cambiamento. Se invece si manifesta un disagio permanente, tecnicamente chiamato sindrome da adattamento, questa difficoltà di adattamento si è trasformata in uno squilibrio del sistema ormonale deputato a reagire allo stress. In questi casi può avere senso chiedere un supporto ad uno specialista”.

 

Infine i consigli dello psichiatra Michele Cucchi per vincere il “post vacation blues” e tornare al lavoro senza problemi:

  1. PRIMA REGOLA: VOLTARE PAGINA

Per superare lo stress da rientro è fondamentale pensare che il ritorno al lavoro sia un’occasione per rinnovare alcune abitudini, ripensare ad alcune modalità, scegliere strategie e direzioni leggermente diverse, per sentirsi più padroni del proprio tempo e della propria rotta.

 

  1. NON LASCIARSI TRASCINARE DALL’EMOTIVITA’

Dedicare un lasso di tempo maggiore del solito a pensare prima di agire può essere un buon modo per rientrare di slancio senza troppi fastidi; non buttarsi subito a inviare mail o nell’operatività impulsiva della gestione della casa e delle faccende arretrate, ma “progettare il percorso verso la meta”.

 

  1. LA CALMA E’ LA VIRTU’ DEI FORTI

Riprendere a piccoli passi, con gradualità, è un toccasana per chi torna al lavoro dopo un periodi di ferie. Assolutamente da evitare l’errore di sentirsi in ritardo perché la pancia dice che è necessario tornare a fare una vita frenetica: non tutte le cose che ci si sente di dover fare sono così urgenti.

 

  1. E’ IMPORTANTE DARSI TREGUA

Uno dei rituali più controproducenti è quello di cercare di dilatare il tempo riempiendolo eccessivamente di cose da fare e intasando l’agenda di impegni. E’ più opportuno invece porsi obiettivi raggiungibili e cercare di raggiungerli senza infliggersi troppa violenza.

 

  1. TIENITI IN MOVIMENTO!

Se si è trascorsa una vacanza movimentata, con camminate o nuotate rigeneranti, è molto importante non perdere la forma fisica acquistata. Per raggiungere questo scopo esistono diversi metodi, come spostarsi per la città il più possibile in bicicletta o cercare di andare a correre un paio di volte alla settimana.

dott.-Michele-Cucchi(1)

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