1 Marzo 2015

Monica Setta e “Quello che le donne non dicono”

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Monica Setta
Monica Setta

Dal 23 febbraio ogni giorno, dal lunedì al venerdì alle ore 13.00, Monica Setta presenta su Agon Channel (DTT, canale 33) il talk “Quello che le donne non dicono”.
Lifestyleblog.it l’ha intervistata per parlare del suo nuovo programma televisivo e, restando in tema, per discutere su quello che oggi le donne non dicono, su come sono cambiate nel corso degli anni. Un viaggio alla scoperta del programma ma anche del mondo femminile di oggi.

Parlaci di questa tua nuova avventura televisiva…
E’ un’idea già sperimentata a La 7 diversi anni fa. Un progetto di talk al femminile, che all’epoca andò molto bene, improntato maggiormente sulle tematiche della seduzione, della bellezza, su come le donne seducono gli uomini… In questo caso, invece, si tratta di chiacchiere a tutto tondo, storie. Conversazioni a ruota libera da cui vengono fuori quelle cose che le donne non dicono come i rapporti con i mariti, difficoltà nel rapporto con i figli, difficoltà nel conciliare la carriera con la famiglia. Diciamo tutte quelle tematiche femminili. Abbiamo fatto già due settimane di registrazione e sono venute fuori belle storie di donne famose a confronto, che appartengono al mondo dello spettacolo, della politica, economia. Sono venute fuori tante storie, anche insospettabili.

“Quello che le donne non dicono” è il nome del programma. Ma cosa non dicono oggi le donne?
Secondo me non dicono molto perché tendono a non confessare quelli che reputano dei fallimenti. Per esempio ho trovato tante donne, anche tra le mie amiche, che si vergognano quasi di non essere fidanzate o di non aver fatto un figlio nel momento giusto o non aver fatto carriera. Secondo me le donne oggi dicono meno rispetto a prima perché hanno più ansia da prestazione: vogliono essere complete e poter comunicare soltanto le cose belle come il successo nell’amore, nel lavoro, come madri. Si chiede alle donne molto di più in questi tempi e quindi, quando non sono in grado di poter dire cose vere, o non dicono o dicono bugie.

Anche in amore?
Si, anche lì un sacco di bugie. Tendono sempre a raccontarsi una realtà che non è quella. Di fondo noi donne abbiamo un gran difetto, quello di non accettare la realtà. Vogliamo sempre avere una forma come da favola… Io la chiamo la “sindrome di Cenerentola”. O aspettiamo il principe azzurro, o quello particolare, quello per cui dire che è un uomo fantastico, ricco, bello. Secondo me sarebbe più semplice accettare la realtà per quel che viene. Puoi trovare tanti principi che non sono azzurri, non sono ricchi, ma sono leali, gentili e ti amano davvero. E sono maggiormente principi, hanno più valore rispetto a tanti altri che si presentano sotto altre spoglie e poi alla fine danno solo fregature.

Pensi che la donna di oggi sia cambiata rispetto a quella di trent’anni fa?
Secondo me è molto cambiata. Negli anni ‘80 la donna dava molto valore alla carriera e ai soldi, mentre in secondo piano venivano la famiglia e gli amori. Oggi invece secondo me c’è la volontà di conciliare tutto, l’ambizione di tenere tutto insieme. Mai come in questi tempi c’è la voglia della conciliazione, della cosiddetta quadratura del cerchio, che la rende vulnerabile perché è difficile riuscire a fare bene carriera, famiglia. Uno dovrebbe partire dal concetto che si è imperfette e che si è felici di essere tali. Non tutte possono essere belle,ricche, fantastiche. Uno è felice anche senza soldi, bellezza, successo. La dimensione del benessere è soggettiva.

Che donna ti definiresti: moderna o d’altri tempi?
D’altri tempi, nel senso che personalmente sono stata per tutta la vita alla ricerca dell’amore. Ho fatto una carriera non così brillantissima, nel senso che non sono andata all’estero su fronti di guerra, perché ho dato preferenza all’amore, a mia figlia che è nata 17 anni fa. Ho scelto un giornalismo che mi consentisse di stare più a contatto con lei. Poi nel 2011 mi sono separata e ancora non ho ritrovato un altro compagno da portare a casa. Anche perché mia figlia si merita una mamma tutta per sé.

Torniamo a parlare di te in ambito professionale. Cosa ti ha spinto ad accettare questa sfida verso il nuovo con Agon Channel?
La simpatia di questo imprenditore, Francesco Becchetti. Un uomo che ha investito tutto nella televisione. Si è buttato anima e corpo ed è per questo che lo stimo. Poi la libertà editoriale che si respira. C’è un direttore, Massimo Righini, ma c’è libertà editoriale e non ci sono pressioni di nessun genere. Ci sono anche mezzi buoni, professionalità eccellenti.

Altri progetti in cantiere?
Con Agon Channel mi occupo di questo programma che si articolerà in 60 puntate. Poi va avanti la mia trasmissione su Rai Gulp, ogni sabato ale 18.15, “Storie di Ragazzi”. Sono affezionata a questo programma perché ha ricevuto il premio dal Moige come miglior programma Rai nel 2014. Ci sono testimonianze di ragazzi da 8 a 17 anni e quest’anno si arricchisce con l’intervento di una psicologa e di vip che raccontano la loro adolescenza.

Monica Setta
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