I consigli del Dottor Sergio Canello – Medico Veterinario e Fondatore e Responsabile del Reparto Ricerca e Sviluppo Sanypet – per aiutare i proprietari di cani e gatti a scegliere l’alimentazione piĂą adatta per il loro amico quattro zampe.
 Quando per il proprietario di un cane è preferibile scegliere un’alimentazione umida oppure secca?
In realtà non si tratta di una scelta, ma di una vera e propria esigenza sia per il cane sia per il gatto. Le crocchette sono molto secche e l’aggiunta del cibo umido permette sostanzialmente di sopperire alla mancanza di liquidi, specie per i gatti che, da animali “desertici”, sono strutturati per bere poco. L’abbinamento fra umido e secco viene suggerito perciò sia per i cani sia per i gatti. L’integrazione fra questi due tipi di pappa, come già sottolineato, è richiesta in particolare per il gatto che ha, fisiologicamente, un consumo di acqua minore del cane: l’apporto di umido è fondamentale per evitargli i problemi all’apparato renale (renella, calcoli, nefrosi).
E’ consigliabile, quindi, utilizzare in sostanza un alimento secco combinato sempre con una parte di umido per un maggior apporto di liquidi. In questo caso la razione giornaliera di alimento secco deve essere somministrata circa al 90% del dosaggio consigliato in associazione alla razione di umido così come viene indicato in etichetta. La quantitĂ di alimento umido aggiunto quotidianamente non influisce sull’apporto totale di nutrienti e di energia metabolizzabile. Tornando ai gatti uno studio realizzato in collaborazione con i ricercatori dell’UniversitĂ di Sydney (Australia) e l’Istituto di Scienze Naturali della Massey University (Nuova Zelanda) ha dimostrato che, anche quando vengono fornite complesse combinazioni di diversi alimenti umidi e secchi, questi animali sono in grado di selezionare e combinare i cibi in quantitĂ diverse per raggiungere un apporto sempre costante ed equilibrato.
In quale modo e secondo quali quantitĂ possono essere associate le due tipologie di alimentazione?
E’ necessario integrare le due razioni tenendo conto delle esigenze nutrizionali del singolo soggetto animale. Esistono delle formule facilmente reperibili online per il calcolo del fabbisogno giornaliero. In linea di massima un animale abituato ad alimentarsi con alimento secco dovrebbe integrare nella misura del 20/30% i suoi pasti con un alimento umido.
Come mai su alcune etichetta di cibo umido viene indicato “alimento complementare”? Che cosa si intende?
E’ utile sottolineare che, al contrario del secco, nessun alimento umido è davvero completo così come lo intendiamo noi. In realtà la definizione data dalle linee guida del codice di etichettatura degli alimenti per animali da compagnia dà una definizione piuttosto generica. Definisce, infatti, un alimento complementare come un mangime da utilizzare in associazione con altri mangimi in quanto non sufficiente per una razione giornaliera, ma non è specificato animale per animale. La proteina può costituire, infatti, gran parte della razione giornaliera, ma da sola non basta a soddisfare i fabbisogni, perciò è utile integrare la dieta con altri nutrienti contenenti soprattutto grassi e, in minor misura, carboidrati e fibra.
La provenienza delle materie prime e/o la loro composizione è un fattore da tenere in considerazione nella scelta dell’umido piuttosto che del secco?
Sì, è fondamentale considerato il dilagante problema dell’inquinamento delle materie prime. La provenienza, infatti, degli ingredienti è molto importante sia per quanto riguarda la qualità e la salubrità del prodotto finito sia per quanto riguarda di riflesso soprattutto la salute dei nostri animali. Spesso vengono utilizzate farine animali derivanti dall’allevamento intensivo, che possono portare con sé metaboliti di antibiotici ampiamente (e legalmente) utilizzati durante l’allevamento e identificati da alcune ricerche scientifiche come potenziali responsabili di molti dei più diffusi disturbi infiammatori presenti nei cani e nei gatti. Ecco perché credo nell’accurata selezione delle materie prime scegliendo soltanto quelle di allevamento estensivo, biologico o provenienti dal mare aperto o regioni ancora incontaminate come l’Islanda, la Nuova Zelanda, il Cile o il Perù. Pertanto, per il proprietario è di fondamentale importanza imparare a leggere l’etichetta in maniera corretta ed evitare di conseguenza tutti gli alimenti che contengono farine derivanti da allevamento intensivo.