27 Settembre 2014

Il Cile: “Cerco di invogliare chi mi ascolta a riprendere in mano i propri sogni”

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Il Cile: “Cerco di invogliare chi mi ascolta a riprendere in mano i propri sogni” -

Canzoni che parlano della generazione d’oggi, della realtà in cui viviamo, fatta spesso di delusioni, sogni svaniti, amori finiti. Parole che raccontano alla perfezione l’emblema di questi anni di crisi generale, in cui oltre ad alcune certezze vengono meno determinati valori.
Questo, in sintesi quello che racconta il nuovo album “In Cile Veritas” (Universal Music) di Lorenzo Cilembrini, in arte “IL CILE”, disponibile dal 2 settembre scorso. Un album da ascoltare e da non perdere! Lifestyleblog.it ha avuto il piacere e l’onore di intervistare Il Cile per i suoi lettori.

Come sei arrivato a questo nuovo album? Raccontaci un po’…
Nasce dal filo conduttore di “Siamo morti a vent’anni”. In questo caso ho utilizzato la mia cifra stilistica abbastanza urticante, direi tagliente. Ho cercato meglio di meditare sul controllo rabbioso delle emozioni. Facendo così ho cercato di lasciare uno spiraglio verso la positività e la speranza che si evincono entrambe in maniera più lampante nell’ultimo brano, che è “Un’altra aurora”. Un brano che vuole lasciare in positivo la chiusura dell’album preparando la strada ad un terzo, dove sicuramente non sarà il filone conduttore della relazione amorosa e sentimentale. Anche se dal sentimentale spazio al sociale, sarà qualcosa di più ampio e più universale.

Alla base delle tue canzoni c’è una sorta di fotografia di quella che è la generazione giovanile di oggi.
Sicuramente perchè vedo che noi ragazzi nati negli anni ‘80 abbiamo visto un progressivo decadimento. La crisi l’abbiamo vista nascere, iniziare, entrare nel pieno. Purtroppo non è solo una crisi economica ma anche sociale, culturale, nei rapporti umani che attraverso la rete sono diventati meno solidi e reali. Cerco di ritrarre questo, invogliando chi mi ascolta, a riprendere in mano i propri sogni.

Oltre a questa crisi economica, c’è anche una crisi di sentimenti?
Ovviamente, quando dico crisi di rapporti umani intendo anche quello. La vita virtuale è differente da quella reale. Quello che cerco di spiegare ai miei fans è che una risposta in un social non è la stessa cosa di dover assistere a un mio concerto e dopo vedermi sudato e farmi domande faccia a faccia, come dovrebbe essere la vita reale. Una cosa pericolosissima quando si confondono le due cose. Il virtuale serve, è un mezzo importante al giorno d’oggi. Non si può fare gli struzzi nascondendo la testa sotto la sabbia ma allo stesso tempo ricordiamoci che la vita è fuori dalla propria abitazione e dal proprio desktop.

Quanto c’è di personale in questo album?
Direi tutto come sempre, perchè per me la scrittura dei brani è qualcosa di terapeutico. Serve a sedare vari tormenti, delusioni, rabbie. Metto me stesso e la mia anima a nudo nell’album e molto spesso mi fa piacere che c’è una connessione con la vita degli altri, che si ritrovano in quello che scrivo.

Tre buoni motivi per acquistare il tuo album?
Il primo è che si tratta di un album prodotto alla vecchia maniera suonando live con una band in uno studio, sotto la supervisione di un grande produttore che è Fabrizio Barbacci. Il secondo perchè, sebbene sia trentenne, sto emergendo e i riscontri positivi mi fanno pensare che qualcosa di interessante la sto portando. Occorre sempre dare una mano, secondo me, a chi sta cercando di farsi strada. Terzo, che chiunque può ritrovarsi nel mio linguaggio perchè la vita è fatta di alti e bassi, sogni avverati e sogni persi, ed è qualcosa di universale.

Un salto nel passato con la canzone che ti ha lanciato, “Cemento Armato”. Un brano che ha toccato le corde del cuore…
Come l’ultimo singolo, “Sapevi di Me”, la canzone è nata in tre minuti e mezzo. Ci sono canzoni che nascono da sole, come dice Vasco. “Cemento Armato” è stata una di queste e rappresenta l’incipit della mia carriera.

Parlando di carriera, come ti sei avvicinato alla musica?
E’ una cosa che mi porto dall’infanzia con l’ascolto dei più grandi cantautori grazie ai 45 giri dei miei genitori. Una cosa che mi ha appasionato e fatto divertire, anche in tenera età. Poi crescendo ho conosciuto i Nirvana e a 9 anni sognavo di essere Kurt Cobain (sorridendo, ndr). Da lì è iniziato tutto…

C’è stato un momento in cui hai pensato “Mollo tutto, cambio lavoro” ?
No, perchè parallelamente prima di riuscire a vivere facendo questo lavoro, seppur non come si faceva un tempo quando non c’era la crisi discografica, ho fatto sempre lavori anche volutamente non piacevolissimi. Almeno in questa maniera era viva in me la voglia di fare musica per riscattarmi da qualcosa che non mi piaceva.

Dal passato al futuro, quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Avrò un tour che inizierà l’11 dicembre a Milano. A breve sarà pubblicato tutto sui miei profili social e sul mio sito ilcile.com. Tutto inizia a dicembre e ben presto si espanderà. Sto lavorando all’altro album, sto avviando delle collaborazioni interessanti su tutte quella con un rapper che stimo molto, che mi ha cercato, di cui non posso svelare l’identità. Una persona importante della scena hip hop italiana anche se nasce dal rap. Proseguo a scrivere canzoni… Sto collaborando con i Negrita alla stesura di alcuni testi del nuovo album. Faccio quello che sempre ho amato fare, ovvero scrivere parole sopra la musica.

Hai in un certo senso anticipato la domanda finale. Ovvero se ci fosse un cantante che sogni di affiancare, che a quanto pare non è questo rapper…
Lui era uno dei tanti perchè fa parte del mio background come lo sono i Negrita. Prima o poi mi piacerebbe, anche perchè siamo entrati in contatti umani, fare qualcosa con Jovanotti perchè secondo me è un innovatore.

Bruno Bellini

Direttore Responsabile Lifestyleblog.it - Classe '81, da Monopoli (Bari)
Dal 2015 nella Giuria Stampa del Festival di Sanremo. Dottore in Comuncazione e Multimedia

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