Prima di ogni grande film(anche quello in onda questa sera “Qualcosa di speciale”) ospitato nel palinsesto della rete ammiraglia della TV di Stato c’è lei che, alla guida di una pillola introduttiva intitolata “Firmato Rai1”, accompagna il telespettatore in un intenso viaggio fatto di riflessioni e interrogativi. È un periodo d’oro per Valeria Milillo, volto di punta della fiction italiana, tornata anche nei cinema con la pellicola “Nottetempo”, che vede tra i protagonisti Giorgio Pasotti. Non solo. Giovedì prossimo, 3 aprile, alle 20.30 presso la suggestiva cornice della Biblioteca Angelica del Vanvitelli, Valeria prenderà parte a un prestigioso evento capitolino: col collega Enzo De Caro leggerà alcuni brani tratti dal Cantico delle Creature di San Francesco, nell’ambito di un terzo incontro in omaggio al percorso espositivo dell’eclettico Enrico Benetta.
Valeria, sei tornata sul grande schermo con Nottetempo. Ci racconti il tuo personaggio?
Il personaggio che interpreto in questa pellicola rappresenta un sentimento o un colore, una temperatura. Qualcosa, non qualcuno. Insomma, si tratta di un ruolo chiave intorno al quale non c’è psicologia.
Com’è stato tornare a lavorare per il grande schermo?
E’ stato bello, soprattutto perché sul set sono stata in compagnia di professionisti che stimo molto.
Negli ultimi anni ti si è vista poco al cinema. Come mai?
Io ho sempre frequentato il cinema, nel corso della mia carriera, anche se non con una continuità vera e propria, nonostante negli anni abbia interpretato molti bellissimi ruoli.
In televisione, invece, hai fatto parecchia fiction. Hai mai pensato di fare anche la presentatrice?
In effetti ho preso parte a molte fiction, perché mi divertono moltissimo. In realtà, non ho ancora pensato a un ruolo da presentatrice, anche se, dopo “Firmato Rai1”, mai dire mai.
Parlaci di “Firmato Rai1″…
E’ un programma nuovo, sotto tutti i punti di vista. Il mio compito è quello di accompagnare lo spettatore alla visione del film in onda nel palinsesto della rete ammiraglia della Tv di Stato, tentando di ritagliargli un ruolo un po’ più attivo, proponendogli una riflessione su uno dei temi che il film porta con sé. Ma anche chiedendogli di rispondere ad una domanda, o quantomeno a porsela.
Tra gli attori con cui hai collaborato, di quale conservi un buon ricordo?
Di tutti quelli più bravi, indipendentemente dal fatto che poi siano simpatici o meno.
Hai mai subito fascino o attrazione sul set?
Sì, mi sono innamorata durante un lavoro. Ma non mi è certo capitato così spesso.