Laura Pausini si confida a Myself – che le dedica la copertina del numero in edicola da sabato 29 marzo – parlando della sua vita, della musica, della sua famiglia e di casa sua, Castel Bolognese: «Non me ne andrò mai da lì. E le tasse, tante, le pago in Italia». E intanto Laura è impegnata nel tour mondiale per celebrare i suoi vent’anni di carriera che la riporterà a maggio nelle piazze italiane. «Mamma che ansia, compio a maggio 40 anni e mi fa senso. Io ho passato metà della vita da famosa, di quella da normale non mi ricordo molto. Finché non c’era mia figlia ho vissuto spingendo per non rallentare mai, perché sentivo che c’era sempre una possibilità di miglioramento e non volevo perderla. Ecco, se potessi tornare indietro farei le cose con più calma». Quindi una figlia salvavita, la tua? «Dormiamo sempre insieme, tranne la notte pre-concerto. Da quando è nata, non litigo più. Prima mi  svegliavo spesso girata male, mi sentivo sfruttata. Adesso è tutto un: pazienza, risolverò. Anche con gli uomini che ho amato, sempre a chiedermi: sarà giusto così, no, ni? Ora davanti a tutto c’è Paola e mi sento più leggera. Se le cose ti vanno bene, al mattino alzati e ringrazia». Il tuo compagno, il musicista Paolo Carta, ha tre figli. Com’è la famiglia allargata? «All’inizio durissima. Vengo dalla provincia, educazione molto conservatrice. Cattolica. Non l’ho presa bene quando ho capito che ero innamorata di lui, volevo respingerlo. Di Paolo mi piace che molte volte abbia scelto i suoi figli e non me». Aggiornamento nozze. Quando? «Ci sposeremo di sicuro, però non a breve, Paolo me l’ha chiesto due anni fa, dopo il suo divorzio. Ma aspetteremo che Paola sia abbastanza grande per capire e godersi la festa». Se volesse fare la cantante, da grande? «Ecco, se proprio Paola volesse restare nella musica, la sogno direttrice d’orchestra. Intanto speriamo abbia un lavoro, in Italia mica facile. La gente crede che i parenti dei famosi siano ricchi e beati. Falso. Nella mia famiglia tanti sono disoccupati e non so come aiutarli. Mica posso licenziare la mia segretaria, che è bravissima e si merita questo posto, per piazzarci mia cugina, no?». Favorevole alle quote rosa? «Io non faccio differenze tra femmine, maschi, gay, etero. L’ho imparato girando il mondo. Deve andare avanti chi è capace e ha voglia di impegnarsi, chissenefrega delle quote».
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