11 Gennaio 2014

E se Teseo non volesse uscire dal labirinto?

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E se Teseo non volesse uscire dal labirinto? -

C’è un luogo, il più magico e simbolico che esista (il Labirinto); c’è un eroe (Teseo); c’è una giovane donna (Arianna) e infine c’è un Mostro, metà uomo metà bestia, con tutto il suo carico di inquietante fascinazione (il Minotauro).

E’ certamente questa la leggenda più popolare dell’antichità.

Una favola che attraversa, integra, millenni di storia. Sarà perché ha molto a che vedere con il nostro inconscio, reticolato di profonde ombre e di improvvise, inaspettate luci.

Teseo esce dal Labirinto grazie al filo di Arianna. E se lo avesse rifiutato? E se l’aggirarsi tra le ombre della caverna si rivelasse più intrigante del richiamo della luce del sole? E se il rapporto con il Minotauro…

Questa inedita lettura del mito vede impegnato come interprete e regista Gianni De Feo. Il testo “La vela nera di Teseo” è firmato da Valeria Moretti. Un viaggio nel cuore del Labirinto attraverso un percorso circolare dove innumerevoli e fatali sono le combinazioni verso uno “sbalorditivo accecante interno nero nella più profonda delle nostre grotte”.

I personaggi di Teseo e Arianna si riflettono attraverso specchi frantumati, carnali e mistici allo stesso tempo. Al suono di un’unica voce si cercano, si rifiutano, si abbandonano. L’atemporalità dell’azione si dilata, contrapponendo passato / futuro /  presente. La vela nera diventa simbolo della ribellione, dell’abbandono degli schemi e delle paure. Simbolo del lutto delle convenzioni.

Lo spettacolo andrà in scena a Roma dal 10 al 26 gennaio 2014 al Piccolo Teatro Campo d’Arte in via dei Cappellari 93, uno spazio multimediale a pochi passi da piazza Campo de’ Fiori.

Così racconta il regista nelle sue note: Teseo, figlio di due padri uno mortale e l’altro divino, dopo un rito propiziatorio, si prepara al viaggio danzando al ritmo greco del Sirtaki e avvolgendosi nella sua ampia vela, come la veste roteante di un Derviscio. Arianna, come intorpidita da uno stato ipnotico, lamenta il suo abbandono : “Tu m’as abandonnée au bord de la plage, Thésée”, facendo eco al canto di Monteverdi: “Lasciatemi morire!” L’urlo solitario del Minotauro, proveniente da spazi interiori, labirinti non ancora esplorati, sembra invocare urgenti desideri carnali.

Le atmosfere si incastrano su diversi piani espressivi, in cui la contaminazione delle lingue straniere, oltre a scandire il ritmo sonoro della parola, sembra tracciare il lungo percorso necessario all’esperienza della conoscenza. Il viaggio di Teseo è il viaggio di un’ iniziazione (erotica?). Una leggera fragranza di sensualità pervade allora il suono, il colore, il gusto della scena. La musica fa da contrappunto e diventa canto. Ed ecco che una famosa canzone di Cole Porter ci trascina subito nelle atmosfere fumose di un locale fantasma, notturno e vuoto, dove forse è Arianna a cantare, pallida, smarrita e solitaria, o forse lo stesso Teseo un attimo prima di varcare l’ultima soglia che lo porterà davanti all’uomo/animale. Ma quel Mostro deve davvero essere ucciso?

 

PICCOLO TEATRO CAMPO D’ARTE  dal 10 al 26 gennaio via dei Cappellari, 93 Roma

Tutte le sere ore 21, domenica ore 18 (lunedì riposo)

Da non perdere!

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