“Abbiamo scelto lisola e i suoi abitanti come esempio di solidarietà nei confronti degli immigrati in cerca di speranza e futuro, dopo essere fuggiti da guerre, persecuzioni, fame e miseria. Quelli che, comunque, ce lhanno fatta ad arrivare, nonostante le carrette del mare, perché altri, a migliaia, tra cui donne e bambini, la vita lhanno persa tra le onde del Mediterraneo e dellindifferenza delle nazioni europee”, scrive il direttore don Antonio Sciortino nel numero in edicola e in parrocchia per Natale, la prossima settimana. Il simbolico titolo di “Italiano dell’anno” era stato attribuito dalla direzione e dalla redazione di Famiglia Cristiana a Laura Boldrini, allora portavoce portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nel 2009, a Dionigi Tettamanzi nel 2010, a Giorgio Napolitano nel 2011, alla famiglia Crispo (Vincenzo e Anna Rita con Chiara e Matteo) di Massa Lubrense (Na) in rappresentanza della famiglia italiana che, di fronte alla gravissima crisi economica e di valori, ha saputo resistere e reagire. “Una scelta, quella di Famiglia Cristiana”, continua don Sciortino, “che premia gli abitanti di Lampedusa per la loro generosità, per la loro accoglienza, per essere usciti di casa a salvare vite umane, al di là della loro provenienza, del colore della pelle e del credo religioso. Una generosità fuori del comune che avrebbe meritato allisola anche il Nobel per la pace. Un riconoscimento, inoltre, che intende scuotere le coscienze di chi è insensibile allimmigrazione e ai morti annegati in mare, ma anche denunciare il trattamento disumano e incivile riservato agli immigrati nel Campo di accoglienza di Lampedusa, come è avvenuto nei giorni scorsi”. “La nostra scelta di Lampedusa come italiano dellanno coincide con il numero di Natale”, scrive ancora il direttore di Famiglia Cristiana. E conclude: “Coincidenza non casuale, perché cè un legame profondo tra la festa cristiana e i profughi. «Il migrante», leggiamo in un messaggio di Benedetto XVI, «è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili, da rispettare sempre e da tutti. Gesù stesso, da bambino, ha vissuto lesperienza del migrante perché, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria». Con le nostre leggi di respingimento, anche la Santa Famiglia avrebbe avuto vita difficile a venire in Italia. Ancora oggi, in qualche presepe non vengono messi i re Magi, sostituiti dalla scritta: Respinti alla frontiera. Vorremmo che non capitasse più”.
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