19 Aprile 2013

Intervista alla medium Elisa

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Intervista alla sensitiva Elisa -

Siciliana residente a Parma, classe 1963, Elisa è una medium. Il suo vero nome è Renata Soli, “Elisa” (http://www.mediumelisa.it/) è il nome datole dal suo spirito guida e con cui è riconosciuta come una delle più accreditate sensitive italiane. Le sue doti, messe al servizio delle persone, sono note sia nell’ambiente della parapsicologia (medici, ricercatori, giornalisti specializzati nello studio dei fenomeni metafisici), sia in quello istituzionale (Elisa collabora con le forze dell’ordine che si avvalgono del contributo delle sue veggenze nello svolgimento di importanti indagini), sia tra quanti riconoscono in lei una sensibilità straordinaria e si affidano al suo supporto.

Quando ha iniziato questa sua esperienza?
E’ un dono che ho scoperto da bambina, a circa 6-7 anni. Allora non riuscivo a capire bene, ma durante la notte quando ero a letto mi giungevano delle immagini  . Dormivo con mia madre e quando aprivo gli occhi vedevo una persona che, al buio, mi guardava dalla porta. Avevo paura che la mia casa fosse stregata. Queste ombre che mi seguivano da piccola mi spaventavano, avevo molte paure,  quella di salire al secondo piano della mia abitazione. A 15 anni poi mi sono sposata, ho avuto un figlio e  mi sono trasferita dalla Sicilia in Veneto, dove il mio ex marito esercitava la professione di medico. Ho fatto qualche nuova amicizia, in particolare avevo legato con una persona, Fernanda, che aveva il dono di leggere le carte. Con lei ho potuto parlare delle mie visioni e lei capì subito: mi consegnò un mazzo di carte trevisane e mi disse “fammi vedere”. Stavo male nel guardare le carte, mentre non guardandole incominciai a parlare della sua vita e del suo passato. Fu a quel punto che Fernanda mi disse senza incertezze “guarda che sei una sensitiva”… e mi consigliò di provare a utilizzare la psicoscrittura (n.d.r: scrittura medianica per cui il soggetto scrive simboli o parole senza l’ausilio della propria volontà ma dietro un impulso estraneo). Iniziai così a comunicare con i miei spiriti guida. Il mio primo  spirito guida fu mia madre (morta quando io ero molto giovane)  poi un certo Giampaolo si insediò per un periodo  al suo posto. Sono andata avanti così, continuando a mettermi alla  prova e imparando a ricevere e decifrare i messaggi, a fare veggenza.

Come definirebbe il suo lavoro?
Amo il mio lavoro perchè è un dono di Dio. E’ una cosa bella quella di aiutare il prossimo. Posso  farlo per cose serie, tipo persone scomparse o malattie. Non sono un medico e non posso curare ma dare una parola di conforto. Se devo scegliere tra una storia importante ed il lavoro preferisco quest’ultimo, perché mi ha dato e dà molte soddisfazioni. Nel mio piccolo posso aiutare gli altri.  Sono umana, ho sofferto anche io per amore, e se posso aiutare anche con un consiglio lo dò volentieri.

Quanto scetticismo e problemi ha riscontrato da parte della gente, amici, parenti, verso il suo lavoro?
Pochissimi. Certo, ho trovato scettici ma è normale… essendoci tanti ciarlatani. C’è chi gioca sui sentimenti delle persone e quindi ritengo sia normale essere scettici. Anche il mio ex marito riteneva fossi pazza quando parlavo da sensitiva e ci separammo. In seguito si è ricreduto: infatti nonostante l’accaduto abbiamo continuato a sentirci anche dopo la separazione e il mio trasferimento a Parma ;parlando a distanza, quando non potevo sapere niente della sua vita privata, si rese conto delle mie doti, con una mia veggenza si è dovuto ricredere e adesso ha una grande stima di me: ha capito che non gioco.

Per concludere, cosa direbbe a chi non crede alla parola “sensitivo”?
Forse la gente non sa che siamo tutti sensitivi nella vita. Una sorta di angelo custode ci accompagna da piccoli e da grande si trasforma in spirito guida, basta ascoltare la voce dell’anima. La parola sensitivo spaventa per il fatto che una persona può vedere dove altri non possono. Insomma, è tutto un insieme di situazioni che pone scetticismo negli altri, oggi più che mai perchè ci allontaniamo dalla nostra essenza profonda. Non importa la definizione che si vuole dare,  leggere le anime è un dono del cielo e io sento il desiderio di condividerlo con il prossimo.

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