6 Aprile 2013

Asaf Avidan a Max: “All’inizio One Day remixata non mi piaceva…”

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Asaf Avidan a Max: “All’inizio One Day remixata non mi piaceva…” -
Asaf Avidan a Max: “All’inizio One Day remixata non mi piaceva…” -

Asaf Avidan, il cantante del successo planetario One Day, si racconta in un’intervista esclusiva a MAX, da martedì 9 aprile in edicola, su iPad e online su max.gazzetta.it. Del remix fatto da Wankelmut e che ha reso celebre la sua canzone, dice: «All’inizio l’idea non mi piaceva. Io ascolto folk e blues, il massimo dell’elettronica che posso amare sono i Radiohead… Un altro remix con Wankelnut? No, no, lo escludo».
Successo è felicità: «Non sono felice, non mi piace nemmeno la parola… al massimo si può essere contenti. La mia terapia è la musica, un modo per sfogarmi e per capire me stesso e gli altri».
La malinconia: «Penso che i miei siano sentimenti universali e non per forza legati alla mia nazionalità, all’essere nato in Israele. È vero la situazione lì è complicata, ma non me ne rendo nemmeno conto. Sono cresciuto con il senso di paura e circondato dall’odio, a me sembra normale».
Animale da palcoscenico: «Gerusalemme è una città magnifica ma troppo piena di religiosi e di turisti. Sono fuggito a Tel Aviv, che però, al contrario, è troppo cool e frenetica. Il posto dove mi trovo perfettamente a mio agio è il palco, penso si veda: mi metto a chiacchierare con il pubblico, mi prendo il mio tempo. Ho bisogno di quell’attenzione particolare, sono nato per quello».
Janis Joplin… paragone ingombrante: «Vorrei che mi apprezzassero anche per i testi che scrivo, non solo per le mie qualità vocali».

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