15 Settembre 2012

Buffon: “Quando smetterò di giocare con la Juve, penso che in Italia non giocherò da nessuna parte”

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Il portiere della Juventus Gigi Buffon ha parlato in esclusiva a Sky Sport24 HD.

Sulla corsa scudetto.
A parte la Juve, credo che ci siano tre o quattro realtà che ai nastri di partenza possono essere partite un pochino dietro di noi ma che, strada facendo, potranno diventare delle squadre e delle forze consolidate di questo campionato. Quando dico questo mi riferisco al Milan, all’Inter, alla Roma, al Napoli stesso, che non ha la Champions, seppure abbia degli impegni infrasettimanali in Europa. Anche perché è la squadra che da più tempo sta giocando con il medesimo modulo, con lo stesso allenatore, con molti giocatori. Per cui, inevitabilmente, c’è una coscienza e un’armonia di gioco che li potrà avvantaggiare lungo questo tragitto.
E’ giusto dire che l’assenza di Conte in panchina durante le partite quest’anno non sia determinante?
Come ho detto anche qualche tempo fa, il lavoro e il vero miracolo del mister sono stati compiuti l’anno scorso, infondendo in noi tante sicurezze, tante certezze, tanta convinzione e tanta determinazione. Per questo, ha rivoltato come un calzino una squadra intera. È chiaro che quest’anno tutti questi traguardi che abbiamo conseguito ci abbiano regalato una consapevolezza molto spiccata, ma questo non vuol dire che il mister non ci manchi perché uno come lui, con le sue caratteristiche, mancherebbe a chiunque e mancherà sempre fino a quando non ci sarà in panchina.
Dei nuovi arrivati c’è qualcuno che ti ha impressionato particolarmente?
Devo dire che dei nuovi arrivati sicuramente l’inserimento di Asamoah è stato molto rapido ed efficace perché alcune volte, quando fai questo salto triplo da una squadra di alto livello come l’Udinese e, dopo il lavoro svolto con Guidolin, passi alla Juve, che è una realtà completamente diversa, magari un po’ di dazio inizialmente lo devi pagare. Lui si è inserito egregiamente, anche come mentalità, come abnegazione, come cattiveria, è un giocatore che da quel punto di vista non avevo mai valutato. Invece ha una tecnica straordinaria.
Quanto ti è mancata la Champions?
La Champions è mancata perché per troppi martedì e mercoledì sono stato costretto a vedere gli altri dal divano. Sicuramente si vedono bene, perché abbiamo anche dei buoni televisori, ma la partita giocata e l’atmosfera della Champions mi mancavano, come a tutti i miei compagni. Penso che questi due anni di esilio dalla coppa principale ci abbiano fatto anche bene perché la voglia di combattere e sudare fino all’ultima goccia di sudore ce la porteremo dietro.
Il Chelsea?
Il Chelsea è una squadra che l’anno scorso ha compiuto il miracolo, nel senso che probabilmente c’erano due o tre squadre più forti sulla carta, ma devo dire che Di Matteo è riuscito, una volta subentrato, a dare una buona quadratura alla squadra, una bella compattezza e, alla fine, sono quelle caratteristiche che l’hanno portato alla vittoria.
Su Del Piero.
È una vita nuova che ha voluto intraprendere, un’esperienza nuova. Credo che per lo spessore del personaggio non ci sarà alcun tipo di problema e sarà sicuramente un arricchimento a 360°. Non posso che fargli un grandissimo in bocca al lupo e sono sicuro che la sua carriera calcistica sarà ancora lunga, per cui mi immagino che potrà cimentarsi in qualche record da quando arriverà sul suolo australiano, è qualcosa a cui lui tiene particolarmente.
Faresti una scelta del genere o ti piacerebbe chiudere in Italia, magari al Genoa?
Sinceramente, quando smetterò di giocare con la Juve, penso che in Italia non giocherò da nessuna parte, anche se “mai” e “sempre” nella vita non bisogna mai pronunciarli. È anche vero che in questo momento non ci sto pensando perché sto molto bene nella mia condizione psicofisica e molte domande non me le sono ancora fatte. Quello che so è che il giorno che deciderò che sarà finita non avrò alcun tipo di rimpianto e alcun tipo di rimorso. So che ho dato tutto quello che avevo, che ho ricevuto tantissimo e di aver fatto una grande carriera. Mi auguro che da qui alla fine possa vincere ancora qualcosa, però un po’ di soddisfazione credo di poterla ancora cullare.
Sulla durata del contratto con la Juventus.
Sentirò quello che mi vorrà proporre la società. Io non ho alcun tipo di prurito perché ho trovato una situazione congegnale, nella quale mi sento protagonista e ho trovato un gruppo di lavoro eccezionale. Questo è tutto quello che mi serve per stare bene e per poterlo dimostrare in campo. Poi, nel momento in cui riesco a dimostrarlo in campo, sono felice e accetto le cose senza creare alcun tipo di problemi.
La tua volontà, comunque, è quella di prolungare con la Juventus?
Sicuramente, se non mi cacciano dalla sede! Ci dovremo incontrare a breve, penso che anche la Juve in questo periodo abbia avuto tantissime cose a cui pensare e credo che fosse giusto che io passassi in secondo piano.

Da non perdere!

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