12 Gennaio 2017

Inquinamento atmosferico: ne parliamo con il prof Alessandro Miani

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Inquinamento atmosferico: ne parliamo con il prof Alessandro Miani

L’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pubblicato a settembre 2016, sottolinea la rilevanza dell’inquinamento atmosferico (outdoor e indoor) quale principale fattore di rischio ambientale per la salute della popolazione mondiale.

Poiché si stima che nei Paesi sviluppati la popolazione passi il 90% del proprio tempo in ambiente chiuso (case, uffici e scuole), la qualità dell’aria negli ambienti indoor diventa cruciale per la  salute e per il benessere.

L’aria interna è fondamentalmente la stessa di quella esterna, ma cambiano quantità e tipi di contaminanti: infatti, a quelli esterni si aggiungono quelli propri degli ambienti interni.

Un argomento poco conosciuto del quale parliamo con il Presidente della Società italiana di Medicina Ambientale, Sima Onlus, il Prof. Alessandro Miani.

 

Professore, perché l’aria indoor può essere in generale più inquinata rispetto a quella outdoor?
“Per vari motivi. Intanto, perché gli inquinanti esterni vengono intrappolati e si accumulano; poi perché vi sono inquinanti propri delle abitazioni. Inoltre, incidono sull’inquinamento interno anche le varie attività umane (cottura dei cibi, pulizia della casa, ecc.) che contribuiscono alle emissioni di ulteriori inquinanti”.

 

Che rischi si corrono con l’inquinamento dell’aria indoor?
“La presenza nell’aria di agenti chimico-fisici e biologici ha effetti sul sistema respiratorio, provoca allergie e asma, disturbi a livello del sistema immunitario e ha inoltre effetti nocivi anche sul sistema cardiovascolare e sistema nervoso oltre che su cute e mucose esposte”.

 

Quali sono gli agenti biologici inquinanti?
“Sono molto eterogenei e comprendono pollini e spore delle piante, batteri, funghi, alghe e alcuni protozoi. La loro presenza è ricollegabile a un eccesso di umidità e ad una ventilazione inadeguata. La ventilazione riduce la concentrazione degli inquinanti, sia chimici sia biologici, e permette di controllare la temperatura e l’umidità all’interno degli edifici. Infatti, sono numerosi gli studi che hanno individuato una relazione tra la ventilazione delle case e le condizioni di salute delle persone che le abitano”.

 

Come intervenire?
“SIMA fornisce un decalogo con 10 pratiche regole da seguire per ridurre l’esposizione all’inquinamento indoor”.

 

Quali sono?
“Tenere sotto controllo le condizioni microclimatiche delle abitazioni evitando temperatura ed umidità elevate; areare gli ambienti più volte durante la giornata per evitare un accumulo degli inquinanti sia gassosi, sia in fase particolata (aprire le finestre per brevi periodi almeno 2-3 volte al giorno per 5 minuti); utilizzare sempre l’aspirazione mediante cappa/ventola quando si cucina ed aprire le finestre per evitare l’aumento dell’umidità; areare il locale cucina dopo aver cucinato; effettuare sempre una corretta e periodica manutenzione degli impianti di condizionamento soprattutto se non correttamente funzionanti; rimuovere dalle abitazioni i tappeti che sono ricettacolo di polvere, soprattutto nel caso in cui in casa vivano bambini o persone soggette ad allergie; utilizzare aspirapolveri di buona qualità che non rilascino polveri durante l’utilizzo; rispettare la normativa sul divieto di fumo in tutti gli ambienti pubblici, compresi gli ambienti di lavoro ed evitare di fumare nelle abitazioni e nelle auto, soprattutto in presenza di bambini e donne incinte; limitare l’uso di candele in particolare quelle profumate e l’uso di bastoncini di incenso”.

 

Particolare attenzione, spulciando il decalogo, l’abbiamo notata rispetto alle muffe. Perché?
“Se si trovano in casa bisogna rimuoverle immediatamente utilizzando candeggina, nel caso in cui compaiano. E qui si apre un discorso a parte sui prodotti per la pulizia della casa, delle scuole  e degli  uffici. Vanno usati con grande moderazione perché contengono composti organici volatili come acetone, benzene, etilbenzene, formaldeide, che vengono rilasciati durante il loro utilizzo. Si consiglia quindi di usare preferibilmente per la pulizia quotidiana prodotti meno nocivi per la nostra salute e per l’ambiente quali aceto e bicarbonato”.

 

E rispetto ai bambini?
“I bambini sono i più esposti ai rischi dovuti alla cattiva areazione della casa perché hanno una frequenza respiratoria maggiore a quella degli adulti e il loro sistema respiratorio, in fase di sviluppo, li rende più esposti alle allergie. Nei locali dove soggiornano o riposano è consigliato areare i locali per ottenere il completo ricambio dell’aria ogni 4 – 6 ore indipendentemente dal volume dei locali. La temperatura ideale per la cameretta del bambino è compresa tra i 18° e i 20° e il tasso di umidità dovrebbe aggirarsi tra il 45% e il 55%. Dalle analisi climatiche eseguite nelle camere da letto dove riposano i bambini è stato notato che vi sia la tendenza ad usare l’umidificatore anche quando vi sia già un tasso di umidità sufficiente per la salute del bimbo. Si consiglia a tutte le mamme prima di accendere l’umidificatore di verificare con l’uso di un economico igrometro quale sia il tasso di umidità in casa”.

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