26 Novembre 2015

L’avvocato Micaela Ottomano si racconta a Lifestyleblog.it

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L’avvocato Micaela Ottomano si racconta a Lifestyleblog.it

Il suo percorso di studi e professionale è brillante, si è laureata a soli 21 anni “cum laude” e il suo curriculum è fitto di esperienze: l’avvocato Micaela Ottomano è di origine pugliesi e vive tra Roma e Napoli. E’ fiduciaria di importanti gruppi assicurativi e di società telefoniche e tutela le banche dalle truffe di ogni genere. Dirige uno studio legale molto prestigioso e coordina le attività di molti giovani avvocati che la considerano un vero punto di riferimento. E’ mamma di Beatrice che lei stessa definisce “il più grande dono ricevuto nella sua vita”.

Avvocato Ottomano ma se non avesse fatto questo lavoro cosa avrebbe voluto fare ?
Amo il mio mestiere, ho studiato e continuo ad impegnarmi costantemente perché chi sceglie questa professione è consapevole che deve essere sempre aggiornata. Il diritto è parte integrante della mia vita e credo che se non avessi fatto l’avvocato avrei optato per la carriera da magistrato. Provo una grande ammirazione per chi svolge quella che considero una vera e propria “missione” le cui doti essenziali devono essere l’equilibrio e l’imparzialità, che naturalmente accompagnano la preparazione giuridica e le abilità organizzative.

Qual è la dote più importante che un avvocato deve possedere?
Deve essere animato da  una grande passione e deve avere tanta pazienza. Per un legale è indispensabile una buona capacità relazionale e credo che si debba possedere una giusta dose di curiosità verso quello che ci circonda, verso gli avvenimenti che viviamo, verso le persone che incontriamo. Ma inevitabilmente il rispetto, per gli assistiti e per i colleghi, è la prerogativa che non deve mancare mai. Tuttavia, solo attraverso l’esperienza si impara a svolgere questa “meravigliosa” professione che serve per dare un servizio qualificato a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Negli ultimi anni, alcune vicende giudiziarie sono diventate il punto di forza di molti talk televisivi e i dati d’ascolto hanno confermato il crescente interesse della pubblica opinione a essere informata su queste drammatiche vicende. Come mai secondo lei?
Perché questo tipo di vicende esercitano da sempre un fortissimo potere di fascinazione a cui il pubblico televisivo non può sottrarsi. C’è chi parla del “fascino del male” ed in un certo senso ritengo sia corretto perché il male, nella sua espressione più banale e più vicina a noi, è in grado di attirare l’attenzione come poche altre cose al mondo. Le storie che ci colpiscono maggiormente, quelle che entrano nelle nostre case attraverso i media, hanno come protagonisti persone del tutto simili alla maggior parte di noi. Molte sono le donne vittime di efferati delitti, spesso giovani mamme nel fiore degli anni con vite normali, cristalline, con cui è facile identificarsi e che certo non meritavano una fine tanto tragica. Le persone si appassionano a queste storie e le seguono con una crescente “sete” di giustizia forse anche per esorcizzare l’idea di cadere vittima dello stesso tragico e beffardo epilogo.

 

Ha ricoperto importanti incarichi istituzionali, ha vissuto da protagonista alcuni, importanti, momenti della vita politica degli ultimi anni. Oggi i nostri rappresentati sono spesso al centro di mille polemiche; ma crede che le sorti del nostro Paese presto si possano risollevare?
Non ci sono alternative, l’impegno in questa direzione è vitale. In molti pensano che chiunque possa fare il politico. Io non lo credo, non basta l’onestà e la grinta ci vuole anche la competenza specifica. La politica è un’arte difficile che non s’improvvisa e sono convinta che un’ondata di aria fresca portata da giovani parlamentari e amministratori locali possa essere utile. Certo è che la politica deve tornare ad appassionare, a scaldare i cuori e soprattutto a dare risposte concrete.

Qual è stata la più grande soddisfazione della sua vita ?
Aver raggiunto l’indipendenza economica subito dopo aver conseguito la laurea, realizzando il mio sogno di vivere e lavorare nella Capitale e dimostrando ai miei genitori che ero diventata “grande”.

Che rapporto ha con i suoi genitori ?
Li adoro. Mio padre è stato per me un maestro. E’ un uomo originale, generoso. Con mia mamma ci amiamo in maniera incondizionata. Ci scontriamo tanto ma abbiamo un rapporto “energico” e a volte anche molto conflittuale ma non sarei diventata quella che sono senza di lei.

Ma ci sono delle rinunce che deve affrontare per rispondere a tutti gli impegni?
Ogni impegno lavorativo è per me fonte di arricchimento, di conoscenza e per questo non è mai è mai una rinuncia. Amo viaggiare, visitare posti a me sconosciuti ma da qualche anno mi concedo solo qualche giorno al mare con la mia famiglia. Mia figlia è ancora troppo piccola ma appena crescerà mi piacerebbe viaggiare con lei sfruttando anche il punto di vista privilegiato dei suoi occhi di bambina molto spigliata.

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