20 Gennaio 2015

Massimiliano Longo: Da Grignani a Syria. Dalla musica ai libri, ora voglio raccontare la mia vita”

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Massimiliano Longo: Da Grignani a Syria. Dalla musica ai libri, ora voglio raccontare la mia vita"
Una persona perbene, uno straordinario professionista, di quelli capaci di conservare intatto l’entusiasmo degli esordi. Questo, e tanto altro ancora, è Massimiliano Longo, autore di uno dei libri più venduti del 2014 “Rockstar(a metà) e direttore del seguitissimo portale AllMusicItalia, che ha accettato di raccontarsi a tutto tondo, con disarmante schiettezza, a Lifestyleblog.it.
Massimiliano, cosa ti ha spinto a scrivere “Rockstar(a metà)?
Il mio editore(ride,n.d.r.). Non ho mai pensato in vita mia di scrivere un libro, o almeno non su qualcun altro. Poi ho conosciuto Federico Traversa di Chinaski Edizioni che voleva scriverne uno su Gianluca Grignani e ha proposto a me di farlo. Mi ha detto che, visti gli anni passati al suo fianco, ero sicuramente il più adatto e il più lucido per ripercorrere la carriera di Gianluca, così alla fine mi sono fatto convincere. Ci ho messo otto mesi circa, perché scrivere la storia di qualcuno non è facile: puoi basarti sui tuoi ricordi, è vero, ma poi devi andare a ricercare le fonti e tutti gli episodi che magari avevi rimosso. Il mio approccio è stato quello della “via di mezzo”, un po’ come nel titolo, nel senso che volevo scrivere un libro che piacesse ai fan di Gianluca e in cui potessero trovare degli aneddoti sconosciuti di cui ero stato spettatore ma, soprattutto, volevo scrivere un libro che fosse la biografia definitiva, anche se non autorizzata, su Grignani. Volevo che ripercorresse tutta la sua carriera, anche le cose note a tutti, perché il mio obiettivo principale è incuriosire anche chi non lo ha mai seguito. Grignani è un autentico genio della musica italiana, con una carriera abbastanza turbolenta e la sua storia è tra le più interessanti del panorama musicale nostrano, senza ombra di dubbio. Del resto, dove troviamo un artista che vende quasi due milioni di copie e cambia completamente e radicalmente genere nel disco successivo? O che vince un telegatto come artista rivelazione dell’anno, scende tra la gente e lo regala a una fan in prima fila? E poi c’è l’episodio del playback al Festivalbar che ha fatto storia. Credo sia un’interessante lettura per chi ama la musica.
Qual è stato il capitolo più difficile da scrivere?
Sicuramente il capitolo 13, quello che affronta la lavorazione dell’ultimo disco perché in esso sono contenuti anche i fatti di cronaca avvenuti l’estate scorsa e di cui tutti siamo al corrente. Non mi piace scavare a fondo nella vita personale delle persone, artisti o non, sono cresciuto nel rispetto delle persone, però, nel momento in cui andavo a scrivere una biografia su Grignani, uno degli artisti più controversi della musica italiana, sapevo che mi sarei trovato ad affrontare anche delle “pagine nere” della sua storia. Umanamente, per me, non è stato facile forzarmi a scriverne ed ho cercato di farlo con il massimo rispetto attenendomi ai fatti documentati citando sempre le fonti. Penso e spero di aver trattato l’episodio con il giusto tatto ma, da quello che mi dicono i fan, credo proprio di sì.
E quello che più ti ha inorgoglito?
Lo dico sempre: il capitolo 14. Quello che parla di come, da semplice fan di Gianluca, sono riuscito ad arrivare ad essere il suo assistente personale. Rileggerlo mi ricorda che nella vita volere magari non è potere, ma ci si avvicina molto se davvero ci credi e sai sfruttare le tue doti. Io pensavo di avere un’attitudine per il mondo della musica e allora, come oggi, cerco in ogni modo di valorizzare quel che so fare meglio e di combattere in questo duro ambiente in cui nessuno ti regala niente e, anzi, ti guardano spesso in cagnesco come se i posti qui fossero numerati. Quel capitolo è fonte di orgoglio per me, anche perché l’ho voluto dedicare ai fan di Gianluca, ringraziandone molti per nome. Io, del mio lavoro, amavo soprattutto quella parte, il confronto col pubblico di Gianluca, il poter abbattere la distanza tra lui e loro, avere la possibilità di realizzare un loro piccolo ma grande sogno permettendogli di incontrarlo. In quei momenti i loro occhi brillavano e anche i miei. Del lato frivolo di quel lavoro non mi è mai interessato molto: non andavo alle feste private, ai party e, finito il mio lavoro, mi piaceva tornarmene a casa nella mia tranquillità. I fan sono il ricordo più bello che mi porto dietro di quegli anni, lo dico sempre. Ricordo dei momenti e mi dico che nel mio piccolo ho fatto delle cose belle, magari per qualcuno poco importanti, ma per me non era così. Faccio un esempio: c’è una fan storica del Grigna, Nadia Bianco, che nonostante fosse iscritta al fan club di Gianluca dal 98, anni prima del mio arrivo, nel 2004 non era ancora riuscita a fare una foto con lui. Questo nonostante andasse a moltissimi concerti e fosse una presenza importante tra i fan. Quando nel 2004 organizzai un raduno con Gianluca e i suoi fan a Milano, lei venne su dalla Puglia e il mio primo pensiero fu quello di uscire dalla struttura, andarla a cercare e farle fare la foto con Gianluca: se la meritava e trovavo scandaloso che avesse dovuto aspettare così tanti anni. Io sono fatto così, osservo il quadro generale delle cose ma cerco di essere attento sempre ai “piccoli” dettagli. La sua soddisfazione di quel giorno fu anche la mia, ve lo assicuro.
Il libro ha ottenuto un ottimo riscontro e continua a vendere. Un temporaneo bilancio di questa tua avventura professionale?
Che dire, abbiamo fatto uscire il libro senza un ufficio stampa, nè alcun tipo di promozione, eppure siamo stati per diverso tempo in classifica su Ibs, uno dei siti più importanti nella vendita dei libri. Sono arrivato ad essere addirittura quarto per qualche giorno e davanti a me c’erano Emis Killa, Biagio Antonacci e gli One Direction. Direi che non è male come risultato. Tra l’altro, Emis Killa, che è un amico, poi è stato molto carino: gli ho fatto avere il libro e mentre lo leggeva ha twittato ai suoi fan che era davvero molto bello. E’ stato un bellissimo gesto da parte sua. Proprio in quei giorni, io stavo leggendo il suo di libro, che consiglio perché è un testo senza fronzoli, molto diretto. Una storia vera fatta di sogni, fragilità e battaglie vinte.
Scriverai un altro libro?
Non so se scriverò un altro libro, onestamente. La voglia, ogni tanto, c’è. Se dovesse essere un libro musicale, dovrebbe essere di un artista che mi trasmette qualcosa e, questa volta, mi piacerebbe farlo a quattro mani con il soggetto interessato. Con Amara, che quest’anno sarà nei giovani di Sanremo, ne parlavamo l’altro giorno al telefono di metterci a scrivere qualcosa a quattro mani. Chissà, vedremo se riusciremo a combaciare i tempi. Confesso, inoltre, che mi piacerebbe molto scrivere un libro su me stesso, non per egocentrismo, anzi non sarebbe per nulla facile, ma perché ho passato un’infanzia e un’adolescenza (e non solo) al limite. Come dico io sono un “Ragazzo interrotto”, citando il film con Angelina Jolie… Ne ho passate di cotte e di crude, una storia familiare per niente facile, molte ombre sulla mia vita e, spesso, sono stato su quel labile confine che c’è tra il prendere strade sbagliate, cadendo e rimanere in piedi… Credo che molti ragazzi potrebbero rispecchiarcisi e, magari, sentirsi meno “soli al mondo”. Sarebbe un libro duro, crudo, ma con dei risvolti positivi. Però so già che, se mai lo scriverò, il titolo non sarà positivo ma molto realistico. Penso che lo chiamerei “Tutte le volte che l’amore mi ha ucciso” e per amore intendo ogni forma di amore.
Dopo la pubblicazione del volume, Grignani o qualcuno del suo staff si è fatto sentire?
Allora, qui è strana la situazione. Grignani non l’ho mai sentito, non lo sento dal 2007, anno in cui smisi di lavorare per lui. Come spiego nel libro non ci lasciammo in cattivi rapporti ma Gianluca lo prese probabilmente come un abbandono. Prima dell’uscita del libro è stato ospite da Red Ronnie nel programma “Roxy bar tv” e diciamo che non si è comportato proprio da signore nei miei confronti, negando di conoscermi. Stessa cosa vale per Red Ronnie che ha definito il libro pubblicamente una cagata ancor prima che uscisse. Ho saputo, poi, che a Gianluca il libro è piaciuto perché tramite sua moglie ha fatto contattare il mio editore. Umanamente mi sarei aspettato delle scuse da Gianluca e, professionalmente, da Red Ronnie, un diritto di replica che non è mai arrivato. Per questo valuterò come comportarmi perché sono quasi 10 anni che mi faccio letteralmente il “mazzo” in questo ambiente, senza chiedere niente a nessuno e non credo che mi porterei rispetto se lasciassi che la mia professionalità venga messa in discussione in questo modo. Ho ricevuto, inoltre, un messaggio molto bello dalla sorella di Gianluca, Giada, che mi ha scritto che era partita molto prevenuta nei confronti del libro ma che poi, nel leggerlo, si era commossa e mi ringraziava per questo. E’ stato un gesto che ho apprezzato molto.
Come vedi l’imminente partecipazione sanremese di Grignani?
La vedo bene. O almeno spero. Gianluca sa il ruolo fondamentale che questa edizione di Sanremo ricopre per lui. Ha fatto un bel disco ma i risultati sono stati molto al di sotto delle aspettative e credo sia chiaro che non è un problema di musica ma di come la gente percepisce Gianluca. Purtroppo non attira simpatia e le sue paure ed insicurezze lo fanno sembrare arrogante spesso e di questo paga il prezzo. Siamo in un momento storico in cui convincere qualcuno a comprare un disco, tra pirateria e streaming gratuito, non è facile, l’essere umano e l’artista per le persone sono una cosa sola, se alla gente piaci ti compra il disco, altrimenti ne fa a meno. La musica purtroppo è in secondo piano. Il titolo della canzone, Sogni infranti, mi fa ben sperare perché è proprio quando il Grigna si spoglia di ogni finta sicurezza che arriva alla gente, perché ne percepiscono la fragilità e lo sentono più vicino a loro.
Sei il direttore di AllMusicItalia (http://www.allmusicitalia.it/): quali soddisfazioni ti sta regalando questo autorevole portale?
Enormi. Tra le più belle della mia vita, anche perché il tutto è nato per gioco con un amico quando ci siamo accorti che non esisteva più un sito che parlasse soltanto di musica italiana. Il gioco è diventato una macchina da guerra nel senso che, in soli dieci mesi di vita, siamo tra i siti più autorevoli di musica, come dici tu, e tra i più visitati. E le visite aumentano considerevolmente di mese in mese. Per questo devo ringraziare i ragazzi che ogni giorno si fanno in quattro per permettere ad All Music Italia di essere sempre aggiornato: Alessandro, Cristian, Enrico, Gabriele, Gianmarco, Giuseppe, Oriana, Simone e Yuri. Una delle soddisfazioni più grandi è il rispetto degli uffici stampa. Hanno capito che noi ci teniamo realmente alla musica italiana e possiamo senza peccare di immodestia dire di essere il sito che dà più spazio agli emergenti. Tra l’altro, ho ricevuto anche una telefonata di complimenti da un mostro sacro, Franco Zanetti, direttore di Rockol. Mi ha fatto molto piacere anche perché, come ci siamo detti al telefono, la musica è in crisi nera ed è inutile farsi la guerra tra poveri ma bisogna essere uniti e solidali gli uni con gli altri. Peccato che con altri siti non sia così. Ma, del resto, mi hanno insegnato che si copia solo dai grandi(ride, n.d.r.).
Sei anche il produttore del prossimo album di Eleonora Crupi. Ci regali qualche anticipazione sul progetto?
Posso dirvi che ci vuole tempo. Realizzare un disco di un artista emergente oggi richiede un grande dispiego di risorse umane ed economiche e non puoi permetterti di sbagliare. Noi procediamo con la lavorazione, inseriamo nuovi pezzi, sforniamo continuamente idee e collaborazioni, ma non possiamo farci prendere dalla fretta perché un passo falso comprometterebbe il lavoro di anni. Eleonora è un gran talento, ne sono convinto, una delle poche interpreti di razza che ci sono tra le nuove leve della musica italiana, bisogna solo pazientare ed aspettare il momento giusto. Sicuramente, entro un paio di mesi, arriverà qualcosa di nuovo. Nel frattempo, posso dirvi che nascono belle collaborazioni. In questo caso devo dire un enorme grazie a Tony Pujia, il nostro produttore artistico, perché sta facendo un gran lavoro, ed è una delle persone umanamente più belle che ho incontrato nel mondo della musica. Devo molto di questo progetto a lui, sono sincero.
Tra gli emergenti del panorama musicale, italiano e internazionale, chi ti piace? 
Per quel che riguarda gli italiani io punto su Amara, Romina Falconi, Donato Santoianni e Davide Papasidero. Sono tutti talentuosi, molto diversi tra loro ma meriterebbero un loro spazio nel panorama musicale italiano. Purtroppo, però, se i grandi network radiofonici non si decidono a sostenere i giovani senza bisogno che il nostro governo (che ha molte gatte da pelare) faccia una legge come quella francese sugli emergenti, è tutto molto faticoso. La rivoluzione può partire dalle radio, il web è un grande aiuto ma è una valanga infinita di “informazioni”, la gente impara ancora ad amare la musica dalla radio e, purtroppo, dalla Tv. Per quanto riguarda i talenti provenienti dall’estero, ultimamente, sono un po’ indietro. Mi piaceva Paolo Nutini quando uscì ma ormai non è più da considerarsi un emergente. Stesso discorso per PInk, Sia e molti altri nomi. L’ultimo interessante che ricordo è Stromae.
Chi, invece, non ti convince?
Bianca Atzei. Ho sempre trovato molto interessante la sua voce e c’è anche una sua canzone che amo particolarmente. Poi ho visto un po’ di cose live e e sono rimasto parecchio titubante. Ora l’aspetto al varco a Sanremo, da lì capirò se rivalutarla o no. Nei suoi confronti c’è un’aspettativa molto alta ma, del resto, quando un’artista sconosciuta in pochissimo tempo riesce a passare in radio, apparire in programmi tv di successo come il Coca Cola Summer Festival o il Capodanno di Canale 5, duettare con artisti come Alex Britti, i Modà e Agliardi, e addirittura arrivare a concorrere a Sanremo tra i big… Sono fortune che ti devi meritare e di conseguenza quest’aspettativa te la devi aspettare, così come le possibili critiche che potrebbero arrivare se non convinci la gente che meriti quel posto.
Con chi, tra big ed emergenti, ti piacerebbe collaborare?
Posso dire che nella vita mi son tolto quasi tutte le soddisfazioni che cercavo. Mi piaceva Grignani e sono stato suo assistente per 7 anni. Ho amato Syria dalla sua prima apparizione a Sanremo nel 95 ed ho lavorato spesso per lei. Ho un’ammirazione smisurata per il talento e la sensibilità artistica di Niccolò Agliardi e sono stato anche suo assistente. Anche se mi qui mi mangio le mani, perché l’esperienza incantevole, e che ti cambia la vita a mio parere, di “Braccialetti Rossi” di cui lui è autore della colonna sonora me la sono persa. Tra i Big mi manca Tiziano Ferro, che ho amato dalla prima volta che, senza sapere chi fosse, ho sentito in radio “Xdono” nel 2001. Lo stimo molto artisticamente e umanamente, lui credo possa considerarsi il mio “ultimo” sogno musicale. Per il resto, spero di collaborare in futuro con persone a cui posso realmente dare qualcosa e che in qualche modo possano aver bisogno di me. Oltre ad Eleonora, i primi nomi che mi vengono in mente sono Romina Falconi e Amara. Spero anche di poter essere una presenza costante per i Voyeur, una band capitanata da uno dei miei migliori amici, Andrea Nava, che secondo me hanno un grande potenziale e non a caso sono stati chiamati per andare dal produttore degli Smashing Pumpkins per andare a registrare qualcosa nel suo studio a Las Vegas!
massimiliano-longo

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