24 Ottobre 2014

Cambio dell’ora: oltre 12 milioni di italiani a rischio disagio emotivo. I consigli dello psichiatra

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Insonnia, inappetenza, spossatezza, fatica nella concentrazione e flessione del tono dell’umore. Invece di permettere un maggior riposo, grazie allo spostamento delle lancette un’ora indietro alle 3.00 del mattino, il cambio dell’ora in programma durante la notte fra sabato 25 e domenica 26 ottobre porterà oltre 12 milioni di italiani a soffrire notevoli disagi dal punto di vista del benessere fisico ed emotivo. I sessanta minuti di sonno in più saranno quindi deleteri per la salute degli italiani e gli effetti negativi colpiranno i “gufi”, le persone che prediligono coricarsi alle ore piccole, e soprattutto le “allodole”, che amano godersi le prime ore di luce del giorno.

Secondo i più recenti studi in materia di benessere psico-fisico legati alla cronobiologia, una branca della biologia che studia i fenomeni ciclici negli organismi viventi e il loro adattamento ai relativi ritmi solare e lunare, già di per sé l’autunno è una stagione che per molte persone rappresenta un momento difficile da affrontare. Questi fattori influiscono soprattutto su alcune tipologie di personalità molto sensibili, che talvolta iniziano a soffrire di un vero e proprio disturbo, chiamato dagli specialisti SAD, ovvero “Seasonal Affettive Disorder”, la temuta depressione stagionale i cui effetti stanno per essere acuiti proprio dal ritorno dell’ora solare in programma nella notte tra sabato e domenica.

Secondo l’esperto psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, queste conseguenze trovano una spiegazione nella cronobiologia di alcuni nostri processi fisici e mentali: “Le attività ormonali e cerebrali che regolano il sonno e le malattie dell’umore hanno una ritmicità sia giornaliera che mensile e annuale. Molte teorie derivate da evidenze scientifiche suggeriscono che la depressione sia proprio la malattia dei ritmi biologici: una loro alterazione precipiterebbe i meccanismi che generano la sindrome depressiva, fatta infatti non solo di mal di vivere, pessimismo, sensi di colpa e apatia ma anche di sintomi più prettamente fisici e anche più intuitivamente riconducibili ai ritmi circadiani: insonnia, inappetenza, un’oscillazione della gravità della sintomatologia nel corso della giornata”.

Ma non è tutto, esistono ulteriori e approfonditi studi che documentano un cambiamento della qualità del sonno, non solo della durata e della percezione di benessere durante il giorno. Secondo le più recenti statistiche inoltre in questi periodi dell’anno aumentano notevolmente gli incidenti stradali, verosimilmente legati a una minore capacità di concentrazione e ad un maggior rischio quindi d’incorrere in disattenzioni fatali.

Tali effetti sono in buona parte modulati dalla quantità di luce che riusciamo a raccogliere nella giornata. I sintomi più frequenti sono irritabilità, stanchezza, fatica nella concentrazione, flessione del tono dell’umore. L’effetto del cambio di orario sulle persone può variare molto da persona a persona, soprattutto in funzione del loro essere costituzionalmente più “gufi” o “allodole”: le perone “gufo” tendono ad essere quindi animali notturni, che prediligono lavorare ed essere attivi alla sera, mentre le personalità riconducibili al profilo “allodola” sono mattiniere e solitamente rendono maggiormente proprio nelle prime ore della giornata. A risentire di più del ritorno all’ora solare sono però le persone mattiniere, le allodole, i cui ritmi crono-biologici vengono maggiormente scombussolati in questa fase dell’anno. E’ inoltre nell’esperienza di chi soffre di ansia e depressione riscontrare un peggioramento dei sintomi proprio in questo periodo dell’anno, momenti in cui è sempre poco indicato fare cambi di terapia, anche se sarebbe ora di sospendere i farmaci per il raggiunto benessere, rimandando tali cambiamenti ai periodi di maggiore stabilizzazione stagionale”.

 

Ecco quindi i 5 consigli del dottor Michele Cucchi per superare questa fase difficile senza alcun problema:

  1. SIAMO GUFI O ALLODOLE?

Innanzitutto va verificato se effettivamente abbiamo un profilo da gufo o allodola, perché in quest’ultimo caso dovremmo risentire maggiormente dell’ora solare e, solo successivamente, capire come affrontare il disagio.

 

  1. RISINCRONIZZIAMOCI GRADUALMENTE

E’ importante poi aiutare a risincronizzare i ritmi circadiani provando ad andare a letto più tardi nei gironi immediatamente prima del cambio dell’ora e alzandoci un po’ dopo nello stesso weekend, sfruttando effettivamente l’ora in più e allenarci così gradualmente al cambiamento, che altrimenti patiremo con più forza il lunedì successivo.

 

  1. FARE ATTIVITA’ FISICA AIUTA

Gli effetti ormonali di questi cambiamenti vengono attenuati dall’attività fisica aerobica, consigliabile in questo periodo a chi non soffre di pericolosi fattori di rischio cardiocircolatori.

 

  1. MANGIAR LEGGERO PER SENTIRSI MEGLIO

Non dimentichiamoci di mantenere uno stile alimentare fatto di pasti leggeri e non di cedere alla naturale iperfagia che si può presentare come elemento a corollario di questa sindrome, indotta da un meccanismo di compenso neurobiologico.

 

  1. UNA LAMPADA PER RISTABILIRE I RITMI CIRCADIANI

Persone particolarmente sensibili a questi cambiamenti possono giovarsi di una specifica terapia naturale che consiste nella risincronizzazione dei ritmi circadiani mediante esposizione, in determinate fasce orarie della mattina, a luce brillante indotta da specifiche lampade, che permettono un effetto di generazione di un’alba artificiale.

dott-michele-cucchi

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