19 Aprile 2014

Patrizia Barsotti: “Vi aspettiamo al Brancaccio per farvi conoscere il Karol Wojtyla più intimo”

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Patrizia Barsotti: “Vi aspettiamo al Brancaccio per farvi conoscere il Karol Wojtyla più intimo” -
Qualunque cosa faccia, Patrizia Barsotti ci mette sempre il cuore. Sia quando in qualità di addetta stampa rappresenta i più importanti personaggi dello star-system, che quando si butta anima e corpo nel suo lavoro di autrice di progetti televisivi e teatrali di elevata caratura. In questi giorni, la poliedrica Patrizia sta firmando, assieme a Duccio Forzano, Donatella Damato e Gaetano Stella, i testi dell’opera musical  “Karol Wojtyla. La vera storia”, prodotta da Mauro Longhin per Cicuta. Il tutto, diretto Duccio Forzano, reduce, tra l’altro, dall’ultima edizione del Festival di Sanremo. Dopo lo strepitoso debutto italiamo dello scorso 15 aprile, “Karol Wojtyla. La vera storia” è attualmente in scena al Teatro Brancaccio di Roma. 14 ballerini, 9 attori, 34 brani composti da Noa e i Solis String Quartet, formano il cast di un’opera che si avvale delle coreografie di  Tuccio Rigano, delle videoscenografie di Giuseppe Ragazzini, della scenografia di Nicola Cattaneo e dei costumi di Marta Sabato.  Ulteriori informazioni sullo straordinario spettacolo è possibile reperirle visitando il sito internet http://www.karolwojtylaoperamusical.it/ . Per l’occasione, Lifestyleblog ha intervistato, in esclusiva, Patrizia Barsotti, che, con la sua consueta disponibilità, si è raccontata con gererosità ed entusiasmo.
 
Patrizia, com’è nato il tuo coinvolgimento in “Karol Wojtyla – La vera storia”?
L’idea di realizzare quest’Opera musical è del produttore Mauro Longhin, che aveva lavorato alla produzione di un programma televisivo realizzato per il Vaticano alla presenza del Beato Giovanni Paolo II. Un’esperienza sensazionale e colma di grande energia. Sono bastate queste poche parole per farci scaturire la voglia di raccontare la grandezza di quest’uomo. In molti conoscono la storia del Pontefice, mentre sono davvero poche le persone, noi compresi che abbiamo scoperto tante cose studiando e scrivendo, che conoscono bene gli aneddoti e la ricchezza della sua vita.
 
Ci racconti un aneddoto legato alla fase di preparazione/stesura testi/prove?
Il momento più emozionante è stato l’ingresso di Duccio Forzano con il quale abbiamo rimaneggiato completamente la sceneggiatura. Il suo apporto nel corpo autorale ha rappresentato uno spettacolo nello spettacolo. Immaginate quale esperienza travolgente ed inebriante sia quella di lavorare alla scrittura con un grande ed innovativo regista. I momenti di scrittura si alternavano a visioni della sua messa in scena. Abbiamo tagliato e reinserito tanti momenti e personaggi. Raccontare la vita di Karol Wojtyla è stato un compito tutt’altro che semplice e soprattutto un lavoro di grande responsabilità. Karol Wojtyla asseriva che di ogni vita se ne può fare un capolavoro. È un bel modo di sfidarsi, no?
 
Come prosegue il tuo lavoro sotto la guida di Duccio Forzano?
Un arricchimento costante sia sotto il profilo professionale ma anche quello umano. Duccio, anche se entrato in corsa, ci ha travolti in questo suo viaggio registico e autorale. La sua creatività è inesauribile. È meraviglioso potersi accostare ad un uomo con la sua grande esperienza professionale. Grazie a lui quest’opera musical porta in scena la nuova tecnologia con la contaminazione della tradizione teatrale, lo sguardo televisivo e la profondità cinematografica. 
 
Il momento dello spettacolo che ti emoziona maggiormente?
Ce ne sono diversi. Vedere la sua famiglia e quello che quest’ultima ha rappresentato per Karol Wojtyla è già una grande emozione. Ripercorrere, accanto a lui e in modo delicato, tutti i momenti salienti della sua storia è stato per tutti noi fonte di arricchimento interiore. La forza con la quale ha affrontato le sofferenze e le grandi difficoltà del suo paese, ci ha davvero emozionato. Poi tutto questo ha un grande ed unico fil rouge: la musica che emoziona e sorprende per la sua intensità. Grazie a Noa, Gil Dor e Solis String Quartet. 
 
Al termine della prima italiana sei salita sul palcoscenico del Teatro Brancaccio di Roma. Che tipo di emozioni hai provato?
E’ difficile descrivere le emozioni che ho provato. Calcare il palcoscenico che fino a qualche istante prima ha visto la grande interpretazione del nostro cast, non è stato semplice. Essere identificata dal grande pubblico che quella sera gremiva il Teatro Brancaccio è sinonimo di grande responsabilità o forse un grande senso di incoscienza. Vorrei però fare un grande plauso al cast: i nostri attori/cantanti: il piccolo Alessandro Bendinelli (che interpreta Karol Wojtyla bambino, chiamato affettuosamente Lolek), Virgilio Brancaccio, Roberto Rossetti, Lisa Angelillo, Simone Pieroni, Matteo Macchioni, Jacopo Bruno e Beatrice Arnera. E naturalmente tutto il corpo di ballo diretto dal coreografo Tuccio Rigano: Annamaria Perilli, Vincenzo Ambrosio, Massimo Arduini, Antonio Barone, Alessia Burlini, Maria Izzo, Nora Jenker, Salvatore Mercadante, Valeria Miserendino, Pietro Pelliccia, Carmelo Pitino, Chiara Ranca, Francesca Schipani. 
 
Infine, un appello a tutti gli italiani: perchè dovrebbero venire a vedere questo musical? 
Sarebbe banale rispondere: “perché è bello”?. Secondo me perché offre al pubblico la possibilità di scoprire davvero tante cose inedite della vita e della storia di Karol Wojtyla, perchè racconta l’uomo prima che il Pontefice, ma anche la profondità della sua anima, il Karol Wojtyla più intimo insomma. E poi perchè è un musical sicuramente innovativo e fuori dai canoni dello show business.
 

Da non perdere!

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