Cotton Council International (CCI), l’ente di promozione del cotone americano, presenta i risultati dell’ottava edizione del “Global Lifestyle Monitor”, l’osservatorio che su base biennale rileva gusti, preferenze e comportamenti d’acquisto dei consumatori italiani ed europei in tema di abbigliamento e biancheria per la casa.
Tra i temi chiave presi in considerazione dalla ricerca, i luoghi preferiti per fare shopping, i motivi per i quali si sceglie un negozio rispetto ad un altro, la frequenza con cui si fanno acquisti, l’importanza e definizione del concetto di qualità, l’influenza del prezzo sulla decisione d’acquisto, i capi presente nell’armadio e usati più spesso, la spesa per l’abbigliamento e la biancheria per la casa e altro ancora.
NONOSTANTE TUTTO… I LOVE SHOPPING
Nonostante un clima economico ancora incerto e prospettive finanziarie personali positive solo per il 21% degli italiani, l’amore per lo shopping non conosce sosta. Al 76% degli italiani piace fare acquisti (e il 38% lo ‘adora’): ma cosa si ama comprare? Articoli di elettronica (24%), scarpe (14%) sono nella lista, ma innanzi tutto abbigliamento (33%) – quasi la metà degli italiani (il 47%) acquista abiti per sé almeno 1 volta al mese.
SHOPPING SÌ, MA DOVE E COME
I templi dello shopping di abbigliamento sono sempre di più i negozi delle catene (dove il 25% degli italiani compra la maggior parte dei capi) e i retailer specializzati (dove il 23% degli italiani compra la maggior parte dei capi), anche se i negozi indipendenti – pur in sostanziale calo rispetto al passato – continuano ad avere grande importanza nello shopping italiano (il 17% vi acquista la maggior parte del proprio guardaroba), soprattutto se confrontati con USA o paesi del nord Europa dove il ruolo del negozio indipendente è sempre più marginale.
Il fattore chiave nella scelta del punto vendita? E’ il prezzo, così la pensa il 25% degli italiani, seguito dall’assortimento (per il 17,5%) e dalla presenza di offerte speciali (per il 13,4%).
La ‘caccia all’affare’ sembra diventato un vero sport nazionale, con il 96% degli italiani che almeno qualche volta acquista con almeno il 20% di sconto.
La ricerca delinea un consumatore che fa prevalere la ‘ragione sul sentimento’, con il 72% che non acquista d’impulso ma in modo pianificato. Fare affari sì, ma non a scapito della qualità: il 60% è infatti disposto a pagare di più per avere capi di qualità.
QUALITÀ FA RIMA CON NATURALITÀ
Ma cosa vuol dire ‘qualità’ per gli italiani? Il 50% ritiene che i capi siano di qualità superiore se fatti 100% di fibra naturale, ma anche la durata (32%) e la manifattura (35,9%) sono elementi chiave nella definizione di un capo di qualità.
Il 63% degli italiani si preoccupa del contenuto di fibra nei capi che acquista, il 77% controlla sempre o quasi sempre l’etichetta per scoprirne la composizione e il 60% è disposto a pagare di più per capi fatti in fibra naturale come il cotone piuttosto che fatti con fibre sintetiche.
Il cotone resta, in effetti, una grande passione italiana: quasi la metà (48%) lo ritiene la fibra migliore per i capi che indossa più spesso e la grande maggioranza (75,5%) classifica come tessuti di qualità quelli realizzati in cotone.
CHE FINE FANNO I VESTITI CHE NON SI USANO PIÙ?
Quale sorta tocca ai capi che non si indossano più? Per la prima volta lo si è chiesto agli italiani e risulta che il 49% ne fa donazione in beneficenza, il 17,3% li regala o ‘passa’ a qualcuno, il 13% li ricicla per diversi usi, ben il 12,4% li tiene comunque nell’armadio e solo il 4,3% se ne libera gettandoli nella spazzatura.